Cai: la Provincia di Trento ha seguito le regole – dice il club alpino – ma ora si lavori per la convivenza tra uomo e animali. In Terza Commissione del Consiglio provinciale, associazioni ambientaliste e animaliste hanno ribadito il “no” al nuovo disegno di legge che consente l’eliminazione di 8 esemplari problematici all’anno. Favorevoli invece agricoltori e allevatori.
Trento – Gli attivisti si preparano alla manifestazione di sabato 10 febbraio, già fissata da tempo, che diventerà, dopo la morte di M90, ancora più partecipata, sostengono gli organizzatori. La partenza è fissata alle 14 da piazza Dante. La Lav (Lega Anti Vivisezione) promette che chiederà giustizia per M90. “Si tratta di una vera e propria esecuzione, e i tempi ristretti tra pubblicazione del decreto e notizia di esecuzione della condanna ci fanno pensare che mentre Fugatti firmava l’uccisione, le carabine erano già fumanti” ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile area selvatici della LAV.
“M90 era un animale pericoloso – si legge in una nota della Provincia di Trento – secondo la scala di problematicità riportata nel Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali (Pacobace), alla luce della sua eccessiva confidenza e frequentazione di aree urbane e periurbane”. L’animale, prima dell’episodio del 28 gennaio, aveva compiuto diverse incursioni nei centri abitati della Val di Sole la scorsa estate.
La polemica con la Rai
“Visto il tenore dei messaggi, offensivi nei confronti delle istituzioni trentine e del tutto contrari allo spirito che dovrebbe animare l’informazione del servizio pubblico” il sindaco Franco Ianeselli aveva anticipato che avrebbe segnalato la vicenda al presidente della Rai, Marinella Soldi e all’amministratore delegato. Il servizio sull’iniziativa “Bike to work” è annullato alla luce dell’ennesima uccisione di orsi avvenuto nella vostra regione. Questo il senso della mail che una giornalista della Rai, della redazione “Intrattenimento Day Time” di Roma, ha scritto, mercoledì 7 febbraio, all’ufficio stampa del Comune di Trento. In altri messaggi successivi, inviati dalla mail aziendale, la giornalista rincara la dose scrivendo che la deontologia professionale le impedisce di dare “visibilità gratuita” a una città capoluogo della provincia guidata dal “mandante delle uccisioni degli orsi”, definito poi anche “assassino”.
Visto il tenore dei messaggi, offensivi nei confronti delle istituzioni trentine e del tutto contrari allo spirito che dovrebbe animare l’informazione del servizio pubblico, il sindaco Franco Ianeselli aveva fatto sapere che avrebbe segnalato la vicenda ai vertici Rai. Duro il comunicato dell’amministrazione trentina:“Riteniamo del tutto inaccettabile che una giornalista del servizio pubblico, pagato anche dal canone dei cittadini, decida di boicottare la città di Trento a causa delle proprie opinioni personali. Da lei parole violente”.