Bloccato in queste settimane in Italia per la chiusura delle frontiere, Padre Roberto (per gli amici don Bobo), missionario salesiano nato a Bolzano, ci racconta in una lunga intervista, come il Brasile sta vivendo questa tragedia, con molte ombre sulle gestione del governo centrale e troppi decessi tra le persone più povere. Hanno fatto il giro del mondo le immagini delle fosse comuni in Amazzonia
NordEst – In tutto il Sudamerica i missionari salesiani sono già in prima linea per aiutare le fasce più vulnerabili della popolazione ormai da mesi: in Argentina, Colombia, Bolivia, Ecuador. La pandemia è già in atto da tempo in questi paesi ma anche in Asia e in Africa. Un mix di irresponsabilità e di povertà economica e culturale rende però difficile stabilire il numero reale dei contagiati. Le immagini degli ospedali al collasso e dei cadaveri abbandonati per le strade parlano chiaro.
Il dramma in Brasile
In queste ore, sono proprio le immagini che arrivano da Manaus quelle che più di altre impressionano il Mondo. In Brasile, dove sono più di 45.000 i casi di coronavirus e oltre 2.900 i decessi confermati dalle autorità, il nuovo ministro della Salute, l’oncologo Nelson Teich -, propone già di allentare le misure
La prossima settimana, ha annunciato, il governo presenterà un nuovo piano per l’allentamento delle misure, che – ha affermato – saranno concepite sulla base della situazione e delle necessità in ogni regione. Teich è stato scelto dal presidente Bolsonaro per prendere il posto del predecessore Luiz Henrique Mandetta, che per settimane ha chiesto invece misure drastiche di confinamento per contenere i contagi. Nel suo discorso Teich non ha fatto alcun riferimento alla situazione a Manaus, dove preoccupa il numero di vittime.
La situazione in Amazzonia
Ma com’è davvero la situazione in Amazzonia? Lo abbiamo chiesto a chi la vive e la conosce ormai da diversi anni: padre Roberto che in queste settimane è bloccato però in Italia per la chiusura delle frontiere.
Le fosse comuni a Manaus sono state annunciate in lacrime in questi giorni dal sindaco di Manaus, Arthur Virgilio Neto: “Non stiamo vivendo un’emergenza, ma una calamità naturale“. La capitale amazzonica registra centinaia e centinaia di contagiati, con i pochi posti di terapia intensiva ormai al completo.
Ascolta l’intervista a padre Roberto Cappelletti (AUDIO)
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