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“Panta Rei”, tutto scorre: a 100 anni dall’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele III a Primiero

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Questo aforisma, attribuito al filosofo greco Eraclito di Efesto, ben simboleggia le vicende che voglio raccontare: la storia del monumento a Vittorio Emanuele III, stele celebrativa che come è venuta, altrettanto velocemente è finita nell’oblio

primiero
Sulla targa in pietra doveva figurare la dicitura Primiero – Nel primo anniversario – Della sua redenzione – 4 Giugno MCMXVI (1916).

di Ervino Filippi Gilli

Primiero (Trento) –  Tutto inizia con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale ed il passaggio del Primiero dall’Impero Austrungarico al Regno d’Italia. Quando un territorio si trova occupato militarmente è logico che i residenti, volenti o nolenti, cerchino di ingraziarsi l’occupante: ecco così che i sette Sindaci della valle di allora, escluso quello di Siror, decisero di far realizzare un monumento in onore del Re d’Italia.

A tal fine venne costituito un comitato alla cui presidenza fu nominato il Sindaco di Fiera avv. Morandini, a Vicepresidente il Sindaco di Canal San Bovo Sig. Silvio Loss Canevella, a cassiere Marquardo Gilli. Il monumento doveva essere formato da un blocco di granito di forma vagamente piramidale con l’effige del re in bronzo ed una targa in cui fosse reso omaggio al sovrano.

Mancando in valle chi potesse fondere il bronzo, il Comitato si rivolse al prof. Giuseppe Cassioli di Firenze incaricandolo di coniare il medaglione: la consegna doveva tassativamente avvenire entro il 21 maggio 1916 in quanto si voleva che il monumento fosse pronto per il 4 giugno (“Festa dello Statuto ed anniversario dell’entrata dell’Esercito liberatore in Primiero”).

I preparativi e i primi problemi

I primi di maggio 1916 iniziano i preparativi per l’inaugurazione ma sorge subito il problema di come reperire i denari per pagare il monumento: si decide pertanto di costituire un fondo in cui i vari comuni versano in tutto 950 lire mentre altre 177 vennero raccolte tra i cittadini mediante “un obolo unico di centesimi 20 onde rendere possibile anche ai meno abbienti di dimostrare la loro fede ed il loro attaccamento alla nostra grande Madre Italia.”

Il punto dove erigere il monumento è deciso in Piazza Negrelli: a tal fine viene stipulata una convenzione tra Riccardo Egger amministratore dei beni per conto della contessa Carolina vedova del conte Enrico Welsperg ed il Sindaco di Fiera, Morandini.

La guerra però prosegue e l’andamento delle operazioni militari (con il parziale sgombero della popolazione) sconsiglia di effettuare l’inaugurazione nel mese di giugno: ritornata una parvenza di calma il primo novembre il presidente del Comitato scrive al Comando del IX Corpo d’Armata comunicando che l’11 novembre si terrà la cerimonia d’inaugurazione del monumento. Stando alle poche foto d’epoca, la cerimonia avviene regolarmente con la partecipazione di un buon numero di militari e non moltissimi civili.

Il costo dell’inaugurazione fu abbastanza salato: il Caffè Primiero di Ettore Bonetti presentò una fattura di lire 127,05 per 9,5 Kg di biscotti, 33 litri di Vermut, 3 botti di vino bianco, 3 botti di birra.

Non era passato che un anno e mezzo dall’erezione del monumento che, con la disfatta di Caporetto e la ritirata dell’Esercito italiano sulla linea del Grappa e Primiero torna ad essere austriaco.

Dal diario di Enrico Koch

Inizia così la caccia ai finanziatori dell’opera che vede il suo culmine, come scrive nel suo diario Enrico Koch, il 23 aprile 1918…

Prosegue sull’edizione cartacea del giornale in distribuzione

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