Messaggio del Presidente della Repubblica per la Pasqua: “Molti italiani trascorreranno il giorno di Pasqua in solitudine. Sarà così anche per me. I sacrifici stanno producendo i risultati sperati e non possiamo fermarci proprio adesso” (VIDEO)
NordEst (Adnkronos) – “Stanotte conquistiamo il diritto alla speranza, che non ci sarà tolto”. Il Papa, in una Basilica di San Pietro deserta per l’emergenza coronavirus, celebra la Veglia Pasquale, vigilia della Pasqua di resurrezione. I fedeli di tutto il mondo seguono via streaming da casa.
Nell’omelia, il Pontefice paragona i sentimenti che stiamo vivendo nel dramma della pandemia a quelli delle donne davanti alla tomba di Cristo: “Come noi, avevano negli occhi il dramma della sofferenza, di una tragedia inattesa accaduta troppo in fretta. Avevano visto la morte e avevano la morte nel cuore. Al dolore si accompagnava la paura: avrebbero fatto anche loro la stessa fine del Maestro? E poi i timori per futuro, tutto da ricostruire. La memoria ferita, la speranza soffocata. Per loro era l’ora più buia, come per noi”.
Il parallelo serve a Bergoglio per infondere coraggio ai fedeli di tutto il mondo: “In questa situazione le donne non si lasciano paralizzare. Non cedono alle forze oscure del lamento e del rimpianto, non si rinchiudono nel pessimismo, non fuggono dalla realtà. Compiono qualcosa di semplice e straordinario: nelle loro case preparano i profumi per il corpo di Gesù. Non rinunciano all’amore: nel buio del cuore accendono la misericordia. Gesù, come seme nella terra, stava per far germogliare nel mondo una vita nuova; e le donne, con la preghiera e l’amore, aiutavano la speranza a sbocciare”.
Il Pontefice rende omaggio ai tanti seminatori di speranza ai tempi del Covid: “Quante persone, nei giorni tristi che viviamo, hanno fatto e fanno come quelle donne, seminando germogli di speranza! Con piccoli gesti di cura, di affetto, di preghiera”.
Potente l’affermazione del Papa: “Stanotte conquistiamo un diritto fondamentale, che non ci sarà tolto: il diritto alla speranza. E’ una speranza nuova, viva, che viene da Dio. Non è mero ottimismo, non è una pacca sulle spalle o un incoraggiamento di circostanza. E’ un dono del Cielo, che non potevamo procurarci da soli. Tutto andrà bene, diciamo con tenacia in queste settimane, aggrappandoci alla bellezza della nostra umanità e facendo salire dal cuore parole di incoraggiamento. Ma, con l’andare dei giorni e il crescere dei timori, anche la speranza più audace può evaporare. La speranza di Gesù è diversa. Immette nel cuore la certezza che Dio sa volgere tutto al bene, perché persino dalla tomba fa uscire la vita”.
“Dio non ci ha lasciato soli, oggi vuole raggiungere gli angoli più bui della vita” sottolinea Francesco. “La tomba è il luogo dove chi entra non esce. Ma Gesù è uscito per noi, è risorto per noi, per portare vita dove c’era morte, per avviare una storia nuova dove era stata messa una pietra sopra. Lui, che ha ribaltato il masso all’ingresso della tomba, può rimuovere i macigni che sigillano il cuore. Perciò – l‘incoraggiamento del Papa – non cediamo alla rassegnazione, non mettiamo una pietra sopra la speranza. Possiamo e dobbiamo sperare, perché Dio è fedele. Non ci ha lasciati soli, ci ha visitati: è venuto in ogni nostra situazione, nel dolore, nell’angoscia, nella morte. La sua luce ha illuminato l’oscurità del sepolcro: oggi vuole raggiungere gli angoli più bui della vita”.
Il Pontefice si rivolge ad ogni fedele, casa per casa: “Sorella, fratello, anche se nel cuore hai seppellito la speranza, non arrenderti: Dio è più grande. Il buio e la morte non hanno l’ultima parola. Coraggio, con Dio niente è perduto!”.
“Cristiani che consolano, annunciatori di vita in tempo di morte”. E’ questa la missione che riguarda ogni cristiano particolarmente oggi nell’emergenza coronavirus. “L’annuncio di speranza non va confinato nei nostri recinti sacri, ma va portato a tutti. Perché tutti – ricorda Bergoglio – hanno bisogno di essere rincuorati e, se non lo facciamo noi, che abbiamo toccato con mano ‘il Verbo della vita’ chi lo farà? Che bello essere cristiani che consolano, che portano i pesi degli altri, che incoraggiano: annunciatori di vita in tempo di morte!”.
Francesco fa poi un nuovo appello al disarmo e allo stop agli aborti. Bergoglio si rivolge ai fedeli di tutto il mondo collegati via streaming: “In ogni Galilea, in ogni regione di quell’umanità a cui apparteniamo e che ci appartiene, perché tutti siamo fratelli e sorelle, portiamo il canto della vita! Mettiamo a tacere le grida di morte, basta guerre! Si fermino la produzione e il commercio delle armi, perché di pane e non di fucili abbiamo bisogno. Cessino gli aborti, che uccidono la vita innocente. Si aprano i cuori di chi ha, per riempire le mani vuote di chi è privo del necessario”. Quindi l’invocazione: “Noi, pellegrini in cerca di speranza, oggi ci stringiamo a Te, Gesù Risorto. Voltiamo le spalle alla morte e apriamo i cuori a Te, che sei la Vita”.
Il Veneto si prepara al dopo emergenza
“Presenterò la nuova ordinanza che dovrà tenere conto del fatto che con il nuovo Dpcm di fatto il lockdown non c’è più, già oggi il 60% delle aziende è aperta e lo si vede dal traffico che è aumentato, a causa del cosiddetto ‘silenzio-assenso’ cosicché molte aziende in deroga hanno già riaperto”. Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia nel corso della consueta conferenza stampa.
“E non è stata neppure recepita la mia proposta di un ‘test’ da sperimentare su un primo gruppo di aziende”, ha spiegato Zaia e “oggi è anche difficile spiegare ad un imprenditore del settore moda, come Renzo Rosso o il Gruppo Benetton perché loro non possono riaprire davanti ad una Fincantieri da 3-4 mila dipendenti che invece sta lavorando regolarmente”.
In ogni caso, Zaia ha sottolineato “agli imprenditori dico: se non potete garantire la sicurezza dei vostri lavoratori fornendo loro i dispositivi di protezione, come mascherine e guanti, non aprite: la Regione continuerà nei controlli: gli Spisal già ne hanno fatti migliaia”. Così il governatore del Veneto ha annunciato che “tenendo conto che il lockdown di fatto non c’è più, si concentrerà sulle misure di sicurezza per i i cittadini”.
Il punto stampa in Veneto
Ci sono luoghi remoti dove il Coronavirus pare lontano. Niente negozi, niente folle. E’ così in alcuni micro-villaggi delle Dolomiti, con un solo abitante. “Cos’è cambiato con il Coronavirus? Quasi niente. E’ tutto come prima”. risponde Giuseppe Zaffagnini, 81 anni, l’unico residente di Ronch, comune di Rocca Pietore. Le sue giornate sono quelle di sempre: la legna da tagliare, le piccole attività quotidiane, i cervi e le volpi che vengono a mangiare davanti casa. I volontari portano la spesa ogni giorno, e la mascherina la usa solo quando scende a Laste, per far la spesa di frutta e verdura. Altro borgo, Bramezza, 1.450 metri di quota. Costante Rossi, 64 anni, è l’unico abitante, tornato qui dopo 40 anni passati a Venezia. “Chi è abituato a stare in posti isolati – spiega – è ‘agevolato’ nel sopravvivere, nel restare senza contatti. Cosa vedo ? Che la gente non rispetta le regole.Ne ho veduti arrivare fin quassù, per passeggiare nel bosco, tempo fa c’era perfino qualche turista con il cane…”.
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