"La sentenza del TRGA – commenta Gubert – sembra animata da un atteggiamento ostile: non riconosce alcunché delle ragioni al ricorrente. Per questo stiamo valutando di ritornare al Consiglio di Stato, organo fortunatamente più distante dalla giustizia provinciale in house.
Invitiamo chiunque – continua – a leggere le carte qui allegate per farsi un’idea informata della questione, senza cadere nelle facili partigianerie del sentito dire.
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A noi interessa – prosegue Gubert – difendere i principi di legalità e neutralità che devono essere strettamente osservati nelle operazioni elettorali, pena il decadimento nella discrezionalità e nella prepotenza della casta.
Il Presidente del Parco doveva e soprattutto dovrà essere eletto in futuro, sulla base di "una prova tangibile di un programma individuale su cui convogliare il consenso ed anche il convincimento dell’elettore ai fini dell’esito elettorale ed ai fini di un successivo sindacato di coerenza e di effettività del programma stesso".
L’atto di forza con cui venne stracciato l’accordo raggiunto dalla maggioranza degli amministratori poche ore prima della riunione del Comitato di Gestione del Parco – conclude Daniele Gubert – ha una sua legittimazione nella politica marcia dei nostri giorni, spesso costruita su menzogne e voltafaccia, ma il rispetto di valori superiori vorrebbe che almeno le regole scritte non si applicassero ai nemici e si interpretassero per gli amici!".
- La prima sentenza del TAR – Nel suo ricorso Daniele Gubert (che in una prima votazione si era confrontato con Sergio Sperandio e Marco Longo ma nessuno dei tre aveva ottenuto la maggioranza assoluta) si era lamentato del fatto che il rivale Zortea, subentrato in un secondo momento nella corsa elettorale a Longo (che si era ritirato assieme a Sperandio) non aveva presentato un proprio programma. L’attuale presidente Giacobbe Zortea aveva però affermato di aver adottato il programma di Longo (che, come lui, era sostenuto dall’amministrazione di Siror) e i giudici hanno ritenuto sufficiente questa dichiarazione.
La seconda lamentela di Gubert era relativa alle procedure con cui Giacobbe Zortea aveva assunto la presidenza subito dopo l’elezione, ma anche in questo caso i giudici amministrativi hanno ritenuto corretta l’elezione.