NordEst

Pellet radioattivo, 23 tonnellate sequestrate a Treviso

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I controlli sul materiale – Sono ormai partite da alcuni giorni, ad opera dei nuclei specializzati Nbcr dei Vigili del Fuoco su tutto il territorio nazionale, sia all’interno di abitazioni private che di esercizi commerciali, le verifiche strumentali sulle confezioni di ‘pellet’, marca ‘Natur Kraft Premium 6 mm’, importato dalla Lituania e commercializzato dalla Ditta ‘Emmelle Eco Division’, sul quale nei giorni scorsi sono state riscontrate tracce di materiale radioattivo (Cesio 137).

I Vigili del Fuoco, precisa una nota del Corpo Nazionale, si e’ organizzato con proprie procedure operative per svolgere in modo uniforme le necessarie attivita’ anche perche’ proprio ieri la Procura della Repubblica di Aosta ha delegato lo stesso Corpo alle indagini.

Alcuni riscontri positivi sono gia’ stati effettuati dai laboratori mobili delle squadre speciali NR, mentre le analisi definitive saranno effettuate dagli esperti qualificati in radioprotezione a Roma presso il Laboratorio Difesa Atomica del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

La presa di posizione di Confartigianato Veneto –
“E’ assolutamente necessario che in Italia si raggiunga una certificazione anche sulla radioattività sia per la legna da ardere che per il pellet, così come già esiste sul legno per l’edilizia, dato che la legna nel nostro Paese è usata più per scaldare che per costruire”. E’ questa la priorità indicata da Luciano Rossi, Presidente del Gruppo Regionale Fumisti e Spazzacamini aderenti alla Confartigianato del Veneto dopo il caso dei pellet al cesio 137.

“E’ stato divulgata –prosegue Rossi- l’analisi dell’ARPA sul materiale sequestrato che ha chiarito che il pellet contaminato non è pericoloso come materiale inerte mentre le sue ceneri avrebbero una radioattività apprezzabile. In pratica, dato che l’80% del prodotto incriminato è stato bruciato durante l’inverno dalle 700 mila stufe che lo utilizzano, il rischio interessa di più noi operatori che gli utenti finali dal canto loro penalizzati dall’aver acquistato pellet che non brucia”.

Al momento non ci sono notizie sufficienti e non è ancora a disposizione una posizione ufficiale da parte degli organismi preposti. Non è quindi possibile affermare con certezza che la pulizia delle stufe e delle canne fumarie che hanno lavorato nella scorsa stagione, possano recare a chi vi opera problemi di esposizione a radiazioni.
“Mi appello ai colleghi –conclude Rossi- affinchè evitino, in questo momento, inutili allarmismi come incauti quanto costosi acquisti di Dispositivi di Protezione Individuale per l’esposizione a sorgenti radioattive che dovranno essere adottati solo ed esclusivamente su consiglio di specialisti del rischio specifico. Sarà compito degli organismi preposti divulgare le giuste direttive che verranno prontamente divulgate agli operatori”.

Per quanto riguarda l’Italia, la tutela del consumatore sulla qualità del pellet, è garantita dal marchio “Pellet Gold”. Si basa sulla normativa UNI/TS 11263:2007 (Biocombustibili solidi – Caratterizzazione del pellet a fini energetici). Tuttavia nè la UNI TS 11263 , DIN PLUS e Pellet Gold, non prevedono però controlli sulla radioattività del prodotto.

Nel sistema “Pellet Gold” sono stati scelti però parametri chimico-fisici e dendroenergetici molto restrittivi, cercando di elevare quanto più possibile la qualità. Un elemento aggiuntivo introdotto da AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) per il “Pellet Gold”, non presente in nessun altro sistema di certificazione, è il contenuto di formaldeide (HCHO), fondamentale per poter verificare l’eventuale presenza di materiali in combustione potenzialmente pericolosi per la salute, quali colle e vernici. Un buon pellet quindi, deve avere delle caratteristiche garantite dal produttore ed allo stesso tempo quest’ultimo deve garantire al consumatore circa “l’origine della materia prima” utilizzata.

Sequestri anche a Nordest –
Le province dove è stato sequestrato l’eco combustibile radioattivo: Aosta, Varese, Milano, Frosinone, Sassari, Como, Bari, Viterbo, Forlì-Cesena, Lecco, La Spezia, Cremona, Bergamo, Pavia, Lodi, Brindisi, l’Aquila, Ferrara, Bologna, Savona, Cuneo, Cagliari, Ravenna, Sondrio, Brescia, Cosenza, Taranto, Vicenza, Torino. L’operazione è partita da Aosta. Pensava di aver acquistato dell’eco-combustibile di qualità, ma ha scoperto di avere utilizzato nella stufa di casa una sostanza radioattiva. La strumentazione del gruppo Nucleare biologico chimico (Nbc) ha rilevato la presenza di Cesio137: sostanza radioattiva prodotta dalla detonazione di armi nucleari e dai reattori delle centrali nucleari. "Potenzialmente pericoloso": la valutazione effettuata dai tecnici dell’Arpa della partita di combustibile ecologico in legno per stufe domestiche, noto come pellet, sequestrata in una trentina di province in tutta Italia – tra cui anche Vicenza, Trieste e Venezia. Indagini sono in corso anche in Trentino Alto Adige.



Pellet Natur Kraft – Gli agenti delle 29 questure coinvolte hanno messo i sigilli sui sacchi contenenti pellet con marca Natur Kraft, conservati in 60 diversi depositi. Non tutti risultano comunque contaminati. Le autorità invitano i cittadini a consegnare a vigili del fuoco e polizia eventuali sacchi di pellet inerte e a contattare i vigili del fuoco per un corretto smaltimento. Per eventuali dubbi su altri prodotti, invece, il consiglio è di rivolgersi all’Arpa. A Vicenza, sono state sequestrate 100 tonnellate di pellet sospette ad Arsiero.

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