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Pescatori Primiero, stagione al via tra molte incognite. Appello al presidente della Provincia, Fugatti sul problema ‘semine’

Al via la nuova stagione di pesca nelle acque dei torrenti ai piedi delle Dolomiti e del Lagorai, ma non mancano pesanti incognite. Per questo si chiede una urgente soluzione ai vertici della Provincia


 

Primiero/Vanoi (Trento) – Canne e lenze tornano in attività dopo la pausa invernale, da domenica 5 marzo con la nuova stagione di pesca sportiva nella Comunità di Primiero. L’anno 2022 però, è stato pesantemente condizionato, dalle scelte imposte dalla provincia di Trento, sull’immissione di trote fario “pronta pesca” e per il ripopolamento, l’unica trota che attualmente si riproduce naturalmente in tutte le acque in gestione all’Associazione Pescatori di Primiero: 60 chilometri di torrenti e 60 ha di laghi.

I pescatori attivi

Ad oggi l’associazione conta su 344 soci (calati del 9%). I pesci catturati dai soci sono stati 11.712 (diminuiti del 37%), come le catture per socio (34 a – 31%). Le medie per uscita sono rimaste sostanzialmente invariate a 2,1 esemplari. Naturalmente ci sono le eccezioni (Soci elite): 4 soci, nel lago Schener, hanno pescato oltre 200 trote fario e temoli, ciascuno, con una media per uscita superiore a 4 catture; nel torrente Cismon zone B1 e B2, 3,5 catture per uscita; nel torrente Noana, 5 catture per uscita.

Non mancano però i problemi per la pesca trentina. Mario Scalet (nella foto ndr), storico presidente dell’associazione pescatori di Primiero e grande esperto del settore, evidenzia: “Le scelte della provincia di Trento hanno impedito nei mesi scorsi, lo svolgimento di tutte le manifestazioni sportive, con una perdita di varie migliaia di fruitori della valle di Primiero e con una riduzione dei permessi di pesca dell’11%. Nonostante ciò, congelando gli investimenti previsti presso il centro ittico locale, si è registrato un avanzo di amministrazione di € 1.655,96. Al centro dell’attenzione – continua Scalet – vi è una difficile battaglia con la Provincia, a difesa del nostro patrimonio ittico, rappresentato storicamente, principalmente, dalla trota fario, che si riproduce sia nei torrenti fondovalle che nei ruscelli. Nel corso del 2023, è prevista la semina di circa 3.000 chili, pari a circa 15.000 trote “pronta pesca” nelle zone autorizzate (Laghi Schener, Calaita, Plank e Welsperg e torrente Cismon zona L) ma tutto questo non basta”.

I problemi con le semine

A spiegare nel dettaglio perchè non si può immettere la trota fario nelle acque della provincia di Trento è proprio Scalet, che da tempo si sta battendo sulla questione con tecnici ed esperti del settore. “La questione – sottolinea il presidente dei pescatori di Primiero – nasce dal Decreto Direttoriale del 2 marzo 2020 e dall’elenco delle specie ittiche del Ministero della Transizione Ecologica del maggio 2021, in cui la trota fario viene inserita fra le specie alloctone (storicamente estranee ad un territorio).

Perchè la fario è considerata ‘alloctona’?

“Il criterio pseudo-scientifico adottato dal ministero è che non era presente in Italia da prima dell’anno 1500. Non esiste nessuna documentazione storica per sostenere tale tesi. E poi perché dal 1500 e non dal 1000 o dal 1900? Anzi gli storici affermano che era presente a nord delle Alpi (Tirolo del nord) e progressivamente è stata introdotta nel sud Tirolo (Trentino-Alto Adige). I primi ad importare la trota fario a sud del Brennero si ritiene siano stati, alla fine del medioevo (Medioevo 476-1492), alcuni signori feudali d’origine germanica che entrati in possesso dei territori montani percorsi da numerosi ruscelli (in tedesco Bache), cercarono di trarne un reddito dalla pesca in quelle acque precedentemente prive di fauna ittica, portatovi la Bachforelle.

A quell’epoca sostenitore della necessità di questi ripopolamenti era l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo (1459-1519), il quale ordinava apposite immissioni di trote e salmerini nei laghi d’alta montagna del Tirolo, alcuni fin’allora privi di pesci, dove poi si recava a pescare. Questo scriveva nel 2011, Pontalti L., funzionario del servizio faunistico della Provincia di Trento e massimo esperto sulla storia della fauna ittica trentina, sulla rivista Dendronatura. Da ciò si deduce che, in ogni caso, è stato introdotta nel Tirolo del Sud, prima del 1500. Per quanto riguarda Primiero, i conti Welsperg, provenienti da Monguelfo (Welsberg-BZ), nel 1401 divennero i feudatari di Primiero e proprietari dei diritti di pesca dei torrenti Cismon e Vanoi, mantenuti fino al 1965, quando vennero ceduti ad AECM Primiero per £ 5.300.000. Probabilmente, già prima del 1500, portarono a Primiero la trota fario dal Tirolo del Nord, considerato che già nel 1564 erano proprietari di una “peschiera” a valle del Castel Pietra”.

L’allevamento della trota marmorata

A Primiero è iniziato invece nell’inverno 2001-2002, presso il centro ittico di Imèr, con la spremitura di 10.000 uova, a causa della difficoltà di reperire riproduttori (Val Cortella-torrente Vanoi). Solo successivamente, con l’introduzione dell’alimentazione con artemia salina proveniente dagli Usa, la situazione è migliorata notevolmente. Alla luce delle disposizioni del Decreto Direttoriale e del relativo elenco del maggio 2021, i pescatori trentini si sono prontamente attivati nei confronti della Provincia di Trento, coinvolgendo anche le altre regioni italiane e vari parlamentari che hanno presentato due emendamenti nella legge finanziaria del 2022.

Nonostante ciò – conclude Mario Scalet – solo nel dicembre 2021, la Provincia ci ha comunicato che a partire dal 1 gennaio 2022, le semine della trota fario erano vietate. Inoltre, il 23 febbraio 2022, il presidente Maurizio Fugatti e l’assessore Giulia Zanotelli, ci hanno inviato una lettera in cui si illustrava la procedura seguita dalla PAT in relazione alla “problematica” delle immissioni delle specie non autoctone. Procedura completamente diversa da altre regioni (In Lombardia e nel Veneto si può continuare ad introdurre la trota fario, almeno fino al 31 dicembre 2023 ndr).

Ciò ha determinato il divieto dell’immissione della trota fario (unica trota che si riproduce a Primiero), con la deroga, ai fini dello smaltimento del materiale ittico presente in troticoltura, fino al 31 marzo 2023 del novellame e fino al 31 dicembre 2023 del materiale adulto. Se non sarà ripristinata la situazione in essere dettata dalla Carta Ittica e dei Piani di gestione della provincia di Trento e considerando che, dopo vent’anni di sperimentazione, la trota marmorata non attecchisce a causa dell’assenza degli habitat idonei, il patrimonio ittico di Primiero ma non solo – conclude Scalet – sarà destinato ad una drastica riduzione”.

Redazione:
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