Quando troppo prosecco fa male al territorio
Venezia – Il “Gruppo 1° luglio: paesaggio, cultura e futuro” ha creato una petizione indirizzata alla Regione Veneto per chiedere di salvare i boschi, la salute dei cittadini e la biodiversità, modificando la legge regionale del 5 aprile 2013 che permette di trasformare le zone boschive in vigneti. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Questa norma permetterebbe lo scempio che si è già verificato nel bosco nel comune di Tarzo (TV). Questa norma sarebbe devastante per l’ambiente»
Il Consiglio Regionale Veneto, con l’articolo 31 della legge numero 3 del 5 aprile 2013 “Legge finanziaria regionale per l’esercizio 2013”, ha modificato la definizione di “bosco” prevista dalla Legge regionale del 1978, che tutelava le zone boschive. Con la nuova norma è possibile trasformare in aree agricole, in particolare destinate a coltivazione di vigneti, le zone che fino ad ora erano considerate bosco.
Il “Gruppo 1° luglio: paesaggio, cultura e futuro” ha sottolineato che “l’alta concentrazione di vigneti presente nei Comuni del Prosecco DOCG della Provincia di Treviso, è spesso all’origine di frane e smottamenti, mentre i boschi rappresentano la prima difesa dei versanti. Inoltre, i vigneti costituiscono un gravissimo problema per la salute dei cittadini e per l’ambiente, considerato l’uso eccessivo di pesticidi e fitosanitari (il Veneto è al primo posto in Italia per consumo di principi attivi per ettaro secondo i dati ISTAT 2011). Mentre l’Unione Europea ci chiede di aumentare la superficie boschiva per assorbire le emissioni di gas serra, come previsto dal protocollo di Kyoto, il legislatore regionale veneto consente l’espianto dei boschi”.
Con la petizione “Il bosco è bene comune: salviamolo” creata proprio dal “Gruppo 1° luglio” si chiede al Presidente della Regione Luca Zaia, alla Giunta e al Consiglio regionale di abrogare l’articolo 31 per salvare i boschi e la morfologia delle colline, la salute dei cittadini, nonché la biodiversità.
Un anno fa, quaranta ettari di bosco sono stati venduti all’asta dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane ad una cantina vinicola di Valdobbiadene per 225 mila euro. Ora, la proprietà li ha in parte rasi al suolo per far posto a vigneti. Giuseppe Piol è stato il primo a denunciare al Corpo Forestale dello Stato di Valdobbiadene, con fotografie alla mano, l’uso di rifiuti da demolizione per i drenaggi.
Non è la prima volta che i boschi attorno al Molinetto della Croda di Refrontolo spariscono per far posto ai vigneti di Prosecco DOCG. La protesta di Giuseppe Piol ha ricevuto subito decine di messaggi d’appoggio, soprattutto sui social network.
Il Corpo Forestale sta indagando anche sui materiali usati nei canali di scolo e drenaggio. Durante l’ispezione, infatti, sono stati rinvenuti rifiuti da demolizione come tubi di metallo, piastrelle, calcinacci e polistirolo.