Molto partecipato l’incontro con i soci. La presidente, Francesca Broch, conferma la chiusura da lunedì 9 gennaio: “La preoccupazione maggiore è legata al futuro dei 42 dipendenti”. Il Presidente della Federazione, Mauro Fezzi: “Operazione che dalla nascita ha ferite importanti. I soci stiano vicini alla Coop locale”. Don Giuseppe Daprà:”Abbiamo però un problema a Primiero, qualcuno tesse la tela e qualcuno la disfa. Tutti ne risentiamo, tutti insieme dobbiamo uscirne vincitori, ma avanti solo insieme”
Primiero San Martino (Trento) – Oratorio gremito a Pieve nel Primiero, mercoledì sera, per l’incontro della Coop locale con i soci, per fare il punto sulla difficile situazione locale, dopo la notifica dell’ordinanza di chiusura del centro commerciale di viale piave – da parte del Comune di Primiero San Martino –, che segue la sentenza del TAR di un anno fa. Oltre trecento persone erano presenti all’appuntamento, molti gli interventi dal pubblico.
“Da lunedì 9 gennaio – ha confermato la presidente Francesca Broch – il punto di riferimento per la Coop locale sarà Transacqua con nuovo orario continuato e nuovi servizi. Anche le altre filiali della cooperativa, saranno potenziate. Per il resto stiamo valutando tutte le strade percorribili”.
Dal pubblico si è alzata più volte la richiesta di rientrare nella vecchia sede Ex Ingros, oggi occupata da un’altra azienda, ma è stato evidenziato che il vecchio stabile richiede importanti investimenti (oltre 200mila euro) per la messa a norma. Tra le altre ipotesi avanzate, anche l’adeguamento dell’attuale centro commerciale, in termini di misure e di spazi, tanto da poter ottenere le licenze commerciali.
L’invito infine all’unità è arrivato da più parti, ma soprattutto a “spendere a Primiero, per sostenere le famiglie locali”. In un momento davvero difficile per i 42 dipendenti – assenti perchè impegnati al lavoro – non sono certe le prospettive di occupazione. Sono state attivate dalla Coop tutte le procedure per poter aiutare i collaboratori.
Da segnalare oltre all’intervento del presidente della federazione Mauro Fezzi, che ha invitato a restare compatti, per trovare una soluzione, anche la sollecitazione di don Giuseppe Daprà che suona come un campanello per molti primierotti: “In valle c’è qualcuno che tesse la tela e altri che la disfano – questo non va bene, ha detto – cerchiamo di ritrovare il senso di unità e di appartenenza, ma dobbiamo essere vicini alle famiglie di queste persone che rischiano il posto di lavoro”.
Tra gli altri interventi anche Roberto Pradel, presidente della Comunità che ha ricordato tutti i passaggi più recenti legati alla vicenda e infine il direttore generale del SAIT, Luca Picciarelli che ha garantito vicinanza alla Coop locale, evidenziando l’impossibilità di rinvio della chiusura del centro commerciale, a causa delle pesanti sanzioni previste.
La sintesi dell’incontro
Ore 18.16 L’incontro si apre con il saluto della presidente Francesca Broch che ringrazia per la presenza il presidente della Federazione trentina Coop Mauro Fezzi, assieme ad altri rappresentati della Cooperazione. La presidente procede quindi illustrando tutti i passaggi tecnici che hanno portato alla chiusura odierna. La sala è gremita, centinaia di persone presenti.
“Noi non possiamo cambiare la storia – spiega la presidente Broch – sul fronte del personale (42 dipendenti) non riesco a garantire continuità nel lavoro, soprattutto nel caso degli stagionali. Ci siamo attivati per gli ammortizzatori e faremo tutto il possibile. C’è una preoccupazione legata anche alla situazione economica. Oggi la domanda che ci poniamo è: la situazione è sanabile o no?”
Ore 18.25 Continua l’intervento della presidente Broch. La Coop sta riorganizzando i servizi sulle filiali. Transacqua sarà nuovo centro di riferimento con il continuato. Aumenteranno servizi e saranno prolungati orari di apertura. Si sta valutando anche la possibilità di rientrare nella vecchia sede. “Ci farebbe piacere – dice Broch – sentire la vostra voce e vedervi nei punti vendita”.
Ore 18.31 La parola passa ai soci
Un socio chiede che fine farà il nuovo stabile costruito dalla Coop
Risponde la presidente Broch: “Noi abbiamo investito e si farà tutto il possibile per rientrare in quella struttura”.
Ore 18.41 Bruno Brunet esprime preoccupazione e ricorda la recente sentenza del Tar. Tutto è partito – viene evidenziato – dalla delibera illegittima dell’ex Comune di Transacqua, guidato dall’ex sindaco Marino Simoni. “Lo stabile – viene aggiunto – è di proprietà di Primiero Sviluppo, oggi Società purtroppo fallita. Tutti ci chiediamo, si può risolvere la situazione con un accordo? Se può servire, si nomini anche un ‘negoziatore, purchè non sia Dalpalù’. Dobbiamo avere chiare le vie di fuga!”
Replica la presidente Broch, evidenziando che accordo non è una soluzione definitiva ma il Comune lo sollecita. “Il buio – dice Broch – si crea per il tempo che sta passando. Il tempo ci ha notevolmente danneggiato”.
Ore 18.45 proseguono gli interventi in sala con le risposte della presidente Broch che sottolinea come una soluzione possa essere anche l’adeguamento del nuovo stabile alle normative.
Daniele Gubert sottolinea l’importanza di rientrare nel vecchio stabile con un piano B: “Il tempo è scaduto, entriamo nella vecchia sede e ci lecchiamo le ferite!”
Lino Orler evidenzia che il rientro nella vecchia sede doveva già essere preventivato. Si chiedono informazioni: “E se il 9 gennaio non si chiudesse, che cosa accade?”
Ore 19 “Lunedì la Famiglia cooperativa chiude – ribadisce la presidente Broch – da parte delle istituzioni però, non abbiamo posizioni chiare se lo stabile è sanabile o no. Per quanto riguarda la vecchia sede Ingros, servirebbero al massimo sei mesi per rientrare e costi per messa a norma per circa 150mila euro o più”
Nicola Cemin ribadisce che era necessaria più attenzione al territorio di Primiero, da parte della Federazione provinciale della Cooperazione, soprattutto in un momento così delicato.
Ore 19.05 interviene il presidente della Federazione, Mauro Fezzi, che sottolinea: “Operazione che dalla nascita ha ferite importanti. I soci stiano vicini alla Coop locale. La fedeltà dei soci è fondamentale. Il problema va risolto a livello locale in collaborazione con Comune e Comunità. Non serve a nulla oggi, perdere tempo a colpevolizzare, bisogna trovare una soluzione. Siamo chiamati a trovare tutte le strade che ci permettano di risolvere la situazione anche con i vicini di casa. Nessuno si chiami fuori. Solidarietà al CdA, noi ci siamo per aiutarvi. Mi auguro che i soci abbiano consapevolezza che si può uscire solo se uniti”.
Ore 19.10 Interviene don Giuseppe Daprà, parroco dell’Alto Primiero assicurando vicinanza alle famiglie dei dipendenti. “Abbiamo però un problema a Primiero – evidenzia – qualcuno tesse la tela e qualcuno la disfa. Tutti ne risentiamo, tutti insieme dobbiamo uscirne vincitori, ma avanti insieme”.
Ore 19.20 interviene Giovanni Fontan sollecitando ancora una volta la necessità di rientrare nella vecchia sede Ex Ingros: ” Facciamo lavorare i dipendenti nella vecchia sede, ma facciamoli lavorare”, conclude il socio. Applausi in sala.
Ore 19.25 Interviene ancora la presidente Broch, confermando: “Lunedì la Coop chiude ma entreremo nella vecchia sede prima possibile, se sarà deciso. Stiamo valutando tutte le ipotesi”.
Ore 19.27 Stefano Bettega suggerisce di chiedere una proroga alla chiusura del nuovo centro fino ad adeguamento della vecchia sede.
Ore 19.30 A fine incontro, arriva l’invito a “spendere a Primiero, ma soprattutto ad aiutarci senza divisioni. Spendere in valle è quello che ci chiedono i dipendenti”. Applauso dal pubblico
Ore 19.32 Interviene Luca Picciarelli direttore generale Sait: “E’ un momento in cui serve compattezza – spiega al pubblico presente – tutti noi siamo qua per trovare soluzioni. In realtà il 9 si chiude perchè le sanzioni sono molto pesanti, se non si ottempera all’ordinanza. Il centro che chiude è un ‘bastione’ della coperativa. Come comunità dovete essere uniti. Sono davvero sorpreso però, di questa ottima partecipazione”.
Ore 19.38 Interviene infine Roberto Pradel, presidente Comunità di Primiero: “Noi abbiamo difeso da subito l’operato del Comune. Personalmente mi sono sempre speso per trovare una soluzione. Abbiamo incontrato le parti. La via maestra era di evitare di arrivare alla sentenza del Consiglio di Stato. Al 31.12.2015 vi confermo che non vi era conformità urbanistica per la struttura. Oggi tutto è ancora possibile”.
Dopo quasi due ore di confronto con i soci e molte proposte sul tavolo, l’incontro si chiude quindi poco prima delle 20, con il ringraziamento finale a tutti i presenti, dalla presidente Francesca Broch, che rinvia ai prossimi aggiornamenti. Nei prossimi giorni verranno resi noti i nuovi orari e la nuova organizzazione della Coop di Primiero.
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...peccato aver visto ed ascoltato solo le controfigure e non gli attori protagonisti di questa triste,controversa e contorta vicenda.Stessa cosa per gli innominabili registi e coreografi di scena ben nascosti da confortevoli e ben remunerati siparietti politici... Tristezza ed amarezza per i soci(?)interpellati ed informati sui vari sviluppi solamente a giochi fatti. Solidarietà ai dipendenti che, malgrado tutto, hanno sempre svolto il loro lavoro in modo esemplare e professionale...
Esattamente come dici nel tuo commento... a Primiero come in Val di Sole, in Rendena come in Vallagarina... il marciume non viene rimosso e coloro che non hanno responsabilità sono gli unici che continuano a pagare.
Povero don Guetti.. da anni e anni orama si sta rivoltando nella tomba!
Solidarietà di tutti ai dipendenti, unici a pagare senza avere colpe se non quella di lavorare seriamente... Ma dai vertici Coop e Primiero Sviluppo nessun mea culpa per una operazione suicida, che difficilmente sarebbe stata in piedi anche al netto di queste vicende giudiziarie!
A volte si può sbagliare, magari fidandosi delle persone sbagliate. Ma abbassare la testa e chiedere scusa non fa parte del DNA del mondo cooperativo... e questo non è l'unico caso a Primiero visto che anche la banca di riferimento è ormai a fine corsa e ben che vada sarà INCORPORATA da quella della val di Fassa-Agordino.
Perchè tutto questo? perchè piuttosto che ammettere gli sbagli, se ne commettono altri.
Ma i nodi vengono al pettine, e che pagano sono sempre i dipendenti e mai chi, nelle stanze dei coop-bottoni, ha fatto queste scelte.