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Primiero, Si rinnova l’antica tradizione del pellegrinaggio di fine anno a San Silvestro (VIDEO)

Sfidando neve e gelo, quasi 70 persone hanno preso parte sabato mattina, con un giorno di anticipo, al tradizionale pellegrinaggio alla chiesetta ai piedi del monte Totoga

Un paesaggio imbiancato da cartolina a San Silvestro, ai piedi del monte Totoga, tra Primiero e Vanoi

di Christian Zurlo

Primiero Vanoi (Trento) – L’atmosfera che si respira a San Silvestro negli ultimi giorni dell’anno è indescrivibile. La neve appena caduta di prima mattina, il calore della gente che incontri lungo il sentiero, i racconti di chi arriva qui da oltre 70 anni, meritano di vivere questo luogo.

Un Capodanno autentico – fatto di relazioni vere e di sorrisi semplici – non di successi immediati che bruciano come fuoco di paglia, ha ricordato durante la messa don Nicola Belli, parroco del Vanoi e di Imèr – Mezzano.

Mentre fuori dalla chiesa, gli Alpini preparano sul fuoco un ottimo Glühwein (vin brulè caldo), seguendo una antica ricetta (fatta di vino rosso, mele, arance, cannella e chiodi di garofano), viene spontaneo rircordare le misteriose leggende legate alla misteriosa chiesetta.

Nel giorno in cui tutto finisce ma tutto inizia, l’emozione è per chi non ha voce.

Lungo il ripido sentiero che porta alla chiesetta incantata, dove ogni volta la tradizione si rinnova, il silenzio regna sovrano, mentre un altro anno se ne va.

Il servizio TGR

La Chiesetta

Si trova tra le valli di Primiero e Vanoi, raggiungibile sia dal passo Gobbera nel Vanoi (in circa 30 minuti) che da Imèr nel Primiero.

Situata ai piedi del monte Totoga, la chiesetta domina dall’alto la valle di Primiero. Secondo rivelazioni recenti venne costruita nel XIII secolo. La chiesetta viene aperta in occasione del 1º maggio, il 31 dicembre e il lunedì di Pasquetta.

Gli abitanti del Vanoi salivano un tempo per chiedere il sole al santo, in particolare quando la pioggia non dava tregua e rovinava i raccolti.

Questa chiesa, assieme a quelle di San Vittore a Tonadico, San Giovanni e Santa Romina a Mezzano, forma una croce a simbolica consacrazione della vallata di Primiero.

L’interno

Sull’intitolazione a Papa Silvestro I ha forse influito il fatto che la chiesa dominasse un’area boschiva ripida e di difficile accesso o forse il nome del papa ha sostituito quello di una divinità venerata sul colle prima della diffusione del cristianesimo a Primiero.

La chiesa contiene un affresco realizzato da Rocco Naurizio nel 1544 con Gesù assieme ai quattro evangelisti rappresentati con i loro animali, molto simile all’affresco presente nella cappella di San Giacomo a Tonadico. Sono attribuite a Marco da Mel (1540) le scene affrescate della vita e martirio di San Giorgio.

Le leggende locali

Si tramandano ben 2 leggende legate a questa chiesetta che è circondata, forse per la sua posizione isolata, da un alone di mistero.

Il Miracolo

Un giorno un uomo di Canal San Bovo ricevette un messaggio dalla madre di recarsi il prima possibile da lei a Caoria, una frazione distante alcuni chilometri. L’uomo, vista l’ora tarda, era in dubbio se partire oppure no, ma alla fine decise di partire nonostante il parere contrario della moglie e dei figli. Il giorno seguente venne trovato morto con una ferita alla testa e subito i gendarmi si misero alla ricerca dell’assassino che sospettavano fosse qualcuno che conoscesse bene la vittima. Dopo pochi giorni arrestarono un boscaiolo che aveva avuto delle dispute recenti con la vittima, lo incatenarono nonostante si dichiarasse innocente e lo portarono alla caserma per essere giudicato.

Conscio del fatto che rischiava di essere giustiziato ingiustamente, appena fu nei pressi della Chiesetta di San Silvestro il giovane invocò il santo protettore degli innocenti di liberarlo e subito le catene che tenevano legati i suoi polsi si spezzarono e caddero a terra. Per questo motivo il giudice diede la grazia per “Volontà di Dio” al boscaiolo.

Non si sa se le catene caddero veramente per il miracolo del santo o per un più materiale accordo tra il boscaiolo e i gendarmi, ma nella credenza popolare le catene vennero identificate come il simbolo della grazia ricevuta e vennero messe sul cancello d’ingresso della chiesa a testimonianza del miracolo avvenuto.

La costruzione

Si narra che il luogo scelto per la costruzione della chiesa fosse molto più a valle di dove ora sorge, in una località chiamata Peđenàl, appena sopra a Masi d’Imer. Vennero portati tutti i materiali per la sua edificazione in quel punto, ma il giorno seguente ogni singola pietra, asse e sacco venne ritrovato in un altro punto.

Per ben tre giorni vennero risistemate le cose, ma ogni giorno seguente venivano ritrovate spostate nello stesso punto. Un abitante del luogo non poteva essere stato, perché non sarebbe stato nei suoi interessi andare ogni domenica fin sul colle a messa; un forestiero nemmeno, perché non avrebbe fatto tutta quella fatica solo per fare uno scherzo. Questo portò la gente a credere che ci fosse stato un intervento divino e quindi fosse quello il punto in cui il santo avesse voluto la chiesa, e lì venne costruita.

Redazione:

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