«In merito alle manifestazioni di alcune forze politiche davanti all’ospedale Santa Chiara di Trento per evidenziare presunte lungaggini del servizio di pronto soccorso – ha commentato il direttore sanitario di Apss Claudio Dario – è bene sottolineare alcuni dati. Ciò per inquadrare la questione sui tempi di attesa, attraverso strumenti obbiettivi e non influenzati dalle aspettative, pur legittime, dei singoli pazienti»
Trento – Nel 2017 gli accessi al Pronto soccorso in tutta la rete ospedaliera provinciale sono stati 221.527.
Di questi i codici bianchi sono stati il 19%, i codici verdi il 64,2%, i codici gialli il 15,6% e i codici rossi l’1%. Nel 90,7% dei casi i pazienti sono stati chiamati a visita entro le 2 ore dall’effettuazione del triage e nel 76,4 % dei casi sono stati dimessi non oltre le 4 ore di permanenza. I dati riferiti al primo semestre del 2018 confermano quasi fedelmente quelli registrati nell’anno precedente.
«Possono certamente verificarsi episodi e giornate – ha proseguito Claudio Dario – in cui tali percentuali non sono rispettate; le cause sono però da ricercare più nel concretizzarsi di situazioni particolarmente impegnative che in presunti malfunzionamenti del sistema. A titolo del tutto esemplificativo si pensi che nella giornata di domenica scorsa il servizio di elisoccorso è stato attivato 26 volte con 20 trasporti primari, con il conseguente aumento del carico di lavoro sui diversi pronto soccorso provinciali.
E nella giornata di lunedì gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara sono stati circa 300. Siamo di fronte a numeri del tutto eccezionali. Il senso del concetto di rete ospedaliera integrata – ha concluso Dario – sta proprio nella capacità del sistema di adattarsi ad affrontare giornate particolarmente gravose in termini di numeri, ridistribuendo il “peso” sulle altre strutture che compongo il sistema stesso».
«Quelle dei consiglieri di minoranza – ha commentato l’assessore alla salute, politiche sociali e sport Luca Zeni – sono dichiarazioni di inizio campagna elettorale, che volutamente non tengono conto della complessità del sistema provinciale di gestione dell’urgenza/emergenza e che si dimostrano particolarmente ingiuste nei confronti di tutto il personale coinvolto in uno dei servizi più delicati e importanti della sanità provinciale.
I dati evidenziano una realtà ben diversa, caratterizzata da serietà, professionalità ed efficienza. Non emerge peraltro nessuna proposta, solo volontà di polemica. L’auspicio è che non si pensi di passare i prossimi due mesi a strumentalizzare la sanità trentina per meri fini di polemica elettorale».