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Quale futuro per le APSP trentine? Al via la riforma: a breve incontri sul territorio

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Dopo le polemiche dei mesi scorsi sul futuro delle APSP trentine, l’assessore ha illustrato i principi della riforma dell’assistenza agli amministratori locali 

anziani
Trento – “I trend demografici ci dicono che c’è una valanga in arrivo. Nei prossimi anni la popolazione anziana è destinata a raddoppiare. Questo significa che come comunità, dobbiamo metterci in gioco, cercare soluzioni, elaborare proposte per affrontare i cambiamenti che riguardano la società”. Così è intervenuto, presso il Consiglio delle Autonomie, l’assessore alla salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento Luca Zeni (nella foto), presentando uno studio, realizzato dall’Università Bocconi di Milano, che sarà utilizzato come base di partenza per ridisegnare l’assetto istituzionale delle APSP del Trentino (Aziende pubbliche di servizi alla persona).
“Alcuni mesi fa – ha detto Zeni – abbiamo cominciato un confronto pubblico sul tema, con una dialettica positiva che ci ha indotto ad affrontare un percorso di approfondimento della questione. Abbiamo istituito un tavolo con i soggetti istituzionali che ha elaborato delle proposte. Partendo da una fotografia della situazione, abbiamo compreso la necessità di andare verso una regia unitaria dei servizi, perché la frammentazione attuale induce le famiglie a non avere un riferimento chiaro.
Si prende in carico la persona non autosufficiente – ha spiegato Zeni – soltanto nella fase acuta del problema e si lascia alle famiglie il compito di cercare la soluzione migliore. Pensare ad una regia unica vuole dire mettere a sistema i tanti servizi che ci sono, le risorse pubbliche e private e in questo modo migliorare la qualità del servizio e rendere più efficiente l’intero sistema”.
“L’aumento demografico e la crescita dei bisogni rendono necessario cambiare il modello organizzativo dell’assistenza agli anziani – ha detto Moreno Broggi, presidente di Upipa, che ha partecipato al tavolo di lavoro. Occorre un sistema diverso, che sappia conciliare l’utilizzo delle risorse pubbliche con quelle private. Per raggiungere questo risultato – ha detto Broggi – dobbiamo puntare su un soggetto unico che prenda in carico l’intera filiera dei bisogni degli anziani, in maniera flessibile, senza frammentazioni nell’erogazione del servizio”. “Il documento che presentiamo – ha detto Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle Autonomie – è aperto al confronto. Ora serve, da parte di tutti, condivisione e senso di responsabilità”.

“Oggi avviamo un percorso – ha aggiunto Zeni – proponendo una direzione e una visione di come potrebbe cambiare il sistema dell’integrazione socio-sanitaria e la presa in carico della non autosufficienza. Come questo si debba declinare in concreto, con quali assetti istituzionali, come debbano essere i rapporti tra i soggetti coinvolti sarà frutto di un dialogo aperto, che nelle prossime settimane svilupperemo sui territori con tutti coloro che vorranno partecipare. Rivolgo a tutti l’invito di avviare questo percorso – ha concluso – con un approccio corretto e serio. In gioco non abbiamo la proposta di un soggetto, di una forza politica, dell’assessorato o di Upipa. In gioco, abbiamo il futuro stesso della capacità che il Trentino avrà di garantire servizi di qualità per le famiglie, per i non autosufficienti”.

Lo studio realizzato dalla Bocconi ha evidenziato come le proiezioni demografiche indichino una popolazione trentina con 75 anni e + in continuo aumento:

2015 – 55.752
2031 – 78.699
2041 – 104.029

Per essere pronti ad affrontare l’incremento delle necessità assistenziali delle persone anziane, mantenendo gli elevati standard di qualità che caratterizzano l’offerta provinciale dei servizi, in un periodo di contrazione delle risorse, è necessario migliorare due aspetti cardine del sistema di assistenza: da un lato rafforzare l’efficienza organizzativa e amministrativa in modo da liberare risorse da poter reinvestire sui servizi a favore delle persone; dall’altro migliorare la capacità di visione di insieme che consenta di programmare e operare in maniera equa ed efficace.

La sfida è di riconfigurare il sistema di welfare trentino, dedicato specificatamente agli anziani, proponendo un assetto istituzionale che permetta di massimizzare il livello d’integrazione di assistenza sociale e sanitaria per migliorare l’efficienza e incrementare qualità e innovazione dei servizi. Affinché la ricomposizione possa essere efficace, è necessario individuare ambiti istituzionali dedicati (Comunità) e un unico soggetto responsabile dell’aggregazione di filiera. Le Aziende pubbliche per i servizi alla persona (APSP) sono il candidato naturale per svolgere questo ruolo, con la prospettiva di integrare, in un unico «contenitore», tutti i servizi sociosanitari e sociali del territorio per anziani. Viene, inoltre, proposta un’evoluzione dell’attuale PUA (oggi incardinato nei distretti sanitari per rispondere a tutte le esigenze sociali e sanitarie) verso un PUA specializzato sugli anziani, che possa disporre di un budget di cura unitario e in grado di integrare le risorse pubbliche con quelle private (non solo economiche) delle famiglie.

Tra le possibili aree geografiche di riferimento per il PUA (Comunità di valle, distretto sanitario, comuni) viene proposta la Comunità di valle, che offre un riferimento istituzionale condiviso ed è sufficientemente vicina al cittadino. Si punta quindi su un modello nel quale l’APSP su mandato della PAT e delle CdV funziona come PUA anziani, integrando risorse pubbliche e risorse private delle famiglie per creare PAI (piani assistenziali individualizzati) personalizzati e flessibili.

Perplessità da Sindaci e Comunità

Dopo la presentazione ufficiale agli amministratori, ora parte la fase degli incontri sul territorio, già programmati dall’assessore Luca Zeni che incontrerà i sindaci e i rappresentanti delle 41 case di riposo presenti in Trentino con l’obiettivo di spiegare il percorso che dovrà portare alla fusione o almeno alla nomina di Apsp capofila in ogni comunità di valle. L’ultimo atto sarebbe stato fissato già per il mese di giugno: la giunta provinciale dovrà decidere quale è il modello migliore per affrontare le nuove sfide dell’assistenza agli anziani.

Non sono mancate le perplessità da parte degli amministratori locali. Per Fabrizio Inama (sindaco di Denno): “parlare di riforme istituzionali in questo momento rischia di toccare i nervi scoperti delle comunità che in questo processo – ha evidenziato – rischiano di perdere dei servizi assistenziali “.

Dubbi sono stati espressi anche da Giovanni Zanon (valle di Fiemme) che non ha ritenuto necessario ribaltare completamente il sistema attuale che già funziona. Stefano Bisoffi – presidente della Vallagarina e rappresentante delle Comunità di valle – ha rappresentato i dubbi di vari amministratori di fronte all’ipotesi di “smontare il sistema attuale.

Per il Primiero è intervenuto anche il presidente della Comunità, Roberto Pradel, sollecitando massima attenzione per evitare che la riforma non porti ad un depotenziamento dei servizi ai cittadini.

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