È la proposta della Diocesi per le domeniche di Quaresima, a partire dalla prima domenica, il prossimo 1° marzo, d’intesa con l’Osservatorio interreligioso sulle violenze alle donne
NordEst – L’iniziativa, già attuata negli anni scorsi in ambito civile, è stata rilanciata da tempo da molte Chiese protestanti, in Italia e altrove. Molto semplicemente, in ogni chiesa viene preparato stabilmente un posto, su un banco o su una sedia, segnalato da un indumento da donna di colore rosso, come il sangue: un foulard, una borsetta, qualcosa che possa attirare l’attenzione dei fedeli durante le celebrazioni; accanto, una scritta in cui si precisa che quel posto sarebbe stato occupato dalle donne vittime di violenza.
“Una proposta semplice nella realizzazione quanto rilevante nel suo significato”, commenta don Cristiano Bettega (nella foto), delegato per l’Area Testimonianza e Impegno sociale della Diocesi di Trento. Sappiamo – scrive don Bettega nella lettera inviata ai parroci – quanto la piaga della violenza contro le donne sia diffusa nelle nostre società; spesso la cronaca ci riporta notizie drammatiche di uccisioni, soprusi, sopraffazioni, al punto da sentirci disarmati e quasi incapaci di fare o dire qualcosa. Adeguatamente spiegato, nelle omelie o in altri momenti delle celebrazioni, questo segno può contribuire a tenere alta l’attenzione su un tema così drammatico, e può aiutare ciascuno a riflettere sulla necessità di un cambiamento culturale, che aiuti tutti a riconoscere la pari dignità tra donne e uomini: non solo con parole e proclami, ma con gesti e atteggiamenti concreti”.
A Trento, come altrove in Italia, è attivo un Osservatorio interreligioso sulle violenze alle donne, nel quale sono rappresentate la Chiesa cattolica, le Chiese ortodosse e le Chiese protestanti presenti in Trentino, insieme agli esponenti delle comunità islamiche. “L’iniziativa del ‘posto occupato’ – precisa don Cristiano – è proposta dall’Osservatorio e quindi ha il valore di una cosa comune, sulla quale convergono musulmani e cristiani di diverse confessioni.
Siamo consapevoli che ci vuole molto di più per sradicare una piaga così diffusa; ma allo stesso tempo crediamo che anche il linguaggio dei segni faccia la sua parte, ancor meglio se accompagnato da qualche richiamo da parte di chi presiede o di chi anima la liturgia, quando se ne presenti l’occasione.”
La Chiesa diocesana ha pensato di lanciare l’iniziativa con la prima domenica di Quaresima, con l’invito alle comunità a valutare, a seconda delle situazioni, se mantenere questo segno in forma stabile o in alcuni periodi dell’anno liturgico.
In breve dalle Chiese del NordEst
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