Il decreto enti locali riduce il prelievo alle stalle, ma non risolve i problemi del settore zootecnico
Venezia – “Il decreto Enti locali approvato oggi abbatte del 70% gli importi dei prelievi addossati sugli allevatori italiani per l’ultima campagna di applicazione del regime 2014/2015. Bene quindi che il Governo – anche se con gravissimo ritardo, e solo dopo che la Regione Veneto e la Regione Lombardia a giugno avevano sospeso l’attività di recupero delle multe, anche a seguito dei pronunciamenti del Tar – abbia preso atto che non si doveva addossare sul comparto un onere di pagamento maggiore di oltre 70 milioni di euro rispetto alla multa dovuta alla UE (pari a circa 30 milioni di euro). Ma il Governo ha comunque perso un’ulteriore occasione per fare una seria politica agricola anziché mera propaganda, rinunciando a rivedere in toto i criteri di ridistribuzione della multa”. Così l’assessore all’agricoltura della Regione Veneto, Giuseppe Pan, commenta la parte del decreto Enti locali relativa all’agricoltura, approvato oggi dal Senato con voto di fiducia.
L’assessore veneto contesta i criteri di redistribuzione della multe nell’ultimo anno di applicazione delle quote latte. “Gli splafonatori nell’ultimo periodo di applicazione del regime 2014/2015 sono stati ben 10.879 – puntualizza Pan – e se i 30 milioni di multa dovuti alla UE (pagabili in tre anni) fossero stati ridistribuiti tra tutti loro, ogni azienda avrebbe dovuto versare in media 2.806,58 euro, con un esborso annuale di soli Euro 935,52 per azienda. Diversamente il Governo nel luglio 2015, a campagna conclusa, quando già sapeva perfettamente quanti erano e chi erano gli splafonatori, ha preferito emanare delle norme “ad personam”, graziando ben 8.839 di loro e accollando la multa solo su 2.040 allevatori, per la maggior parte del nord Italia. Ha rinunciato così a rivedere la norma, come invece avrebbe dovuto fare per dare completa attuazione al regolamento UE”.
“Male, quindi, che il Governo pretenda ora che il pagamento dei 30 milioni dovuto alla UE venga effettuato da queste sole 2.040 aziende subito, anziché in tre annate senza interessi, come previsto sempre in base alla normativa comunitaria, e come l’Italia sta facendo in sede UE, addirittura introducendo una sanzione amministrativa specifica in caso di mancato pagamento immeditato. In questo modo – conclude Pan – il Governo e il ministro Martina confermano per l’ennesima volta di non aver alcuna reale intenzione di occuparsi del settore zootecnico, ma di essere solo intenzionati a far cassa alle spalle degli agricoltori italiani”.