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Tragedia sulla Marmolada: dolore in Veneto per la morte di Francesco Favilli e Filippo Zanin

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La disgrazia sulla via che porta alla cima. Gli scalatori, trevigiani di Asolo, erano partiti di mattina presto. L’allarme dato dalla moglie di uno di loro. Tra le ipotesi quella che uno degli scalatori sia scivolato, trascinando con sé il compagno. L’azienda Scarpa: “Grandissimo dolore, erano due persone speciali”


NordEst – Due alpinisti trevigiani di Asolo, Francesco Favilli, di 43 anni e Filippo Zanin di 36, sono deceduti lungo la Via Don Chisciotte che porta alla cima della Regina delle Dolomiti. Le salme individuate dall’equipaggio dell’elicottero “Falco 2” del Suem dell’Azienda Ulss e di Dolomiti Emergency, sui ghiaioni alla base della parete sud. A dare l’allarme la moglie di uno di loro, non vedendolo rientrare. Il Soccorso alpino della Val Pettorina era stato attivato martedì sera verso le 23.20.

Ritrovate le macchine, una parcheggiata a Malga Ciapela da dove erano saliti al Rifugio Falier, e una al passo Fedaia, dove sarebbero arrivati scendendo dal ghiacciaio una volta completata la via, i soccorritori sono saliti fino a Malga Ombretta, a sud e lungo il ghiaccio sul versante nord, per vedere se i due scalatori fossero in ritardo, ma senza successo. Alle 5.30 di mercoledì, una squadra è salita al Rifugio Falier per osservare la parete con il binocolo, senza vederli.

Da Belluno è quindi decollato Falco 2, che si è diretto subito sui ghiaioni alla base della parete, rinvenendo i corpi esanimi. Constatato il decesso, le salme sono state recuperate e trasportate alla cella mortuaria di Rocca Pietore (Belluno).Dalle prime ricostruzioni, i due alpinisti, che erano partiti ieri alle 4.30 dal Rifugio Falier per attaccare la via, potrebbero essere precipitati già sui primi tiri.

Le prime ipotesi

Dalle prime ricostruzioni, i due alpinisti, che erano partiti alle 4.30 dal Rifugio Falier per attaccare la via, potrebbero essere precipitati già sui primi tiri. Non si esclude che uno dei due alpinisti possa essere scivolato, trascinando nella caduta di circa 60 metri il compagno. Ritrovate le macchine: una era parcheggiata a Malga Ciapela e una al passo Fedaia. Zanini lascia una figlia di due anni; il secondo era padre di un bambino e una bambina di 11 e 8 anni. Entrambi scalatori esperti e manager della nota azienda delle attrezzature per alpinismo Scarpa di Montebelluna.

La vicinanza di Ulss1 Dolomiti

“Giornata triste per le nostre montagne che ha visto tre decessi e numerosi interventi in quota per il SUEM dell’Ulss Dolomiti. Da inizio anno sono oltre 800 le missioni di elisoccorso. Agosto è stato il mese che ha avuto il maggio numero di missioni di elisoccorso in assoluto: 211, con 7 giornate con oltre 10 interventi. In questi primi tre giorni di settembre sono già stati effettuati 19 interventi. Falco 2, il secondo elicottero dell’Ulss Dolomiti per il periodo estivo, ha già effettuato 152 interventi in meno di due mesi (lo scorso anno erano stati 130 in due mesi).
Da giugno ad oggi i decessi in quota nel Bellunese, che hanno visto l’intervento dell’elisoccorso sono stati 20. Un numero davvero importante, che ci fa riflettere sulla imprevedibilità della montagna da un lato e sulla necessità di usare prudenza e di avere consapevolezza del limite dall’altro. Sono vicino alle famiglie e agli affetti di queste giovani vite spezzate”, commenta il Commissario dell’Ulss1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben

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