NordEst

Recuperati in Trentino 510 milioni da evasione, in Veneto 3,5 miliardi sommersi

Share Button
Evasione fiscale in Trentino Alto Adige – Ammonta a 510 milioni di euro la somma recuperata dalla guardia di Finanza relativa all’evasione fiscale in Trentino. 96 le persone denunciate a fronte di più di 1500 controlli. Ammonta invece a 98 il numero di evasori totali. In Alto Adige sono invece 166 gli evasori totali scoperti dalla Guardia di Finanza con un’evasione del fisco pari a 350 milioni di euro.
Ai fini Iva sono state constatate violazioni per circa 65 milioni di euro. Le violazioni penalmente rilevanti sono state 80 e sono state denunciate 96 persone. Per quanto riguarda la lotta al "sommerso d’azienda", sono stati individuati 98 evasori totali e 41 evasori paratotali per un recupero a tassazione di oltre 460 milioni di euro. Riguardo al sommerso da lavoro, i controlli hanno portato alla scoperta di 222 posizioni lavorative non in regola, delle quali 130 completamente in nero. Nei confronti dei soggetti obbligati al rilascio di scontrini e ricevute fiscali sono stati effettuati 5.870 controlli, conclusisi con la constatazione di 796 violazioni, pari al 13,6% degli interventi.

Evasione in Veneto – 
I risultati complessivamente conseguiti dai reparti del Veneto nella lotta all’evasione ed all’elusione fiscale sono stati significativi anche per il decorso 2011. L’azione ispettiva delle fiamme gialle si è concretizzata nell’esecuzione di circa 8.000 interventi (2.997 verifiche fiscali e 4.923 controlli fiscali), e oltre 45.000 controlli strumentali (scontrini e ricevute fiscali) indirizzati nei confronti di esercizi commerciali.

Nell’anno 2011, sono stati accertati oltre 3,5 miliardi di euro di “base imponibile” sottratta al pagamento delle imposte dirette, mentre sul fronte I.V.A. sono state accertate violazioni per oltre 430 milioni di euro. E’ stato riscontrato, anche, il ricorso anche ad “operazioni elusive”, organizzate nel solo “formale” rispetto della norma ma in realtà finalizzate esclusivamente a conseguire indebiti vantaggi fiscali. Tale è stato il caso riscontrato in una verifica fiscale operata dal Nucleo di Polizia Tributaria di Verona, che ha segnalato una elusione fiscale per oltre 250 milioni di euro.

E’ stato infatti riscontrato un consolidato sistema elusivo posto in essere da una S.p.a. operante nel settore energetico, che, utilizzando titoli derivati del tipo swap, ha sottratto a tassazione oltre 250 milioni di euro.
L’elusione è stata resa possibile attraverso la sottoscrizione di oltre 1100 contratti derivati del tipo “Interest rate swap”, principalmente su commodities (materie prime) e currency (valute) con diversi istituti di credito, ponendo così in essere una attività speculativa extra statutaria, con conseguente, indebito, risparmio d’imposta.
La natura speculativa dei contratti derivati stipulati dalla società discende dal fatto che la negoziazione degli stessi non rientrava, infatti, nell’oggetto sociale della propria attività con la conseguenza, dal punto di vista fiscale, della violazione al principio di inerenza dei costi.

Gran parte dell’evasione è riconducibile al fenomeno del “sommerso”. Sono stati scoperti 712 “evasori totali”, ovvero soggetti completamente sconosciuti al fisco, per una base imponibile di oltre 1 miliardo di euro e violazioni all’I.V.A. per oltre 112 milioni di euro e 129 “evasori paratotali” (cioè soggetti che hanno sottratto a tassazione più del 50% dell’imponibile dichiarato) per una “base imponibile” di quasi 260 milioni di euro ai fini delle imposte dirette; oltre 32 milioni di euro le violazioni del comparto I.V.A.

Sconcertante ed eclatante il caso della coppia di coniugi veneti di Eraclea, scoperti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia, che nel 2010 avevano dichiarato redditi irrisori a fronte di introiti derivanti dalla vendita di 180 ettari di terreno, per un valore di 65 milioni di euro.

Tale importo costituisce la “transazione immobiliare” di maggior rilievo realizzata in provincia di Venezia nell’ultimo quinquennio. L’indagine trae origine da operazioni di “verifica fiscale” condotta nei confronti di due società con sede in Lussemburgo, che “gestivano” un “cospicuo” patrimonio immobiliare, dietro le quali vi erano, in realtà, la coppia di coniugi, completamente sconosciuti al fisco fino a quando non sono stati smascherati dalla Polizia Tributaria di Venezia.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *