459 cittadini chiedono sia portata in Consiglio provinciale, entro il 30 aprile 2019, la proposta minimale in tema di democrazia diretta, frutto del negoziato condotto nella scorsa legislatura
Trento – E’ il tema posto da una petizione popolare, depositata giovedì mattina a palazzo Trentini, con la consegna al presidente del Consiglio provinciale del testo e delle relative firme (230 sono state raccolte on line). Sei rappresentanti del comitato Più Democrazia in Trentino hanno potuto illustrare l’iniziativa, accompagnati anche dal consigliere provinciale primo firmatario del ddl 2/XVI, il testo che ripropone appunto la proposta minimale di cui sopra, con il tema del quorum 20% per i referendum provinciali.
La petizione chiede anche di considerare i proponenti del disegno di legge di iniziativa popolare risalente alla XV legislatura come interlocutori di riferimento su questo tema, e ciò a prescindere dalla decadenza ufficiale di quel ddl; ancora, chiede alla Provincia di confrontarsi con i proponenti in merito a qualsiasi intervento che possa alterare in senso peggiorativo la proposta minimale negoziata.
Durante la mattinata sono stai riepilogati i momenti più importanti di una battaglia in corso da ormai 7/8 anni, avviata con il disegno di legge popolare del 2013, sottofirmato anche da consiglieri di maggioranza e di minoranza, ma mai approdato poi alla discussione d’aula.
La referente del comitato è stata dura nell’affermare che quel disegno di legge “fu sabotato” e che “la democrazia rappresentativa trentina si sottrasse al suo compito”. Ci fu un negoziato sul documento – è stato detto oggi – e nel 2018 si pervenne a un testo minimale ma condiviso con la Giunta provinciale. “Purtroppo neppure quella proposta fu portata in Consiglio e di fatto il ddl fu suicidato”.
Ora inizia nuova fase, con il ddl 2/XVI già all’esame della Prima Commissione consiliare e programmato per una discussione in aula a fine maggio. Il presidente del Consiglio provinciale ha detto che ricorda il grande sforzo prodotto dal comitato promotore negli anni scorsi e che ritiene doverosa la discussione in aula, dove ciascuno si assumerà il proprio pezzetto di responsabilità.