NordEst – I controlli dei militari dell’Arma, riguardano in particolare i reperti risalenti alla Grande Guerra, quelli che ancora si trovano in montagna alle quote più elevate. Per questo i Carabinieri del Nucleo TPC di Udine – in collaborazione con il 3° Raggruppamento Aeromobili di Bolzano, l’Arma Territoriale e con l’Ufficio beni archeologici della Provincia autonoma di Trento – ha organizzato un servizio di perlustrazione in una vasta area teatro di scontri durante la Prima Guerra Mondiale.
Il controllo è stato eseguito con un volo tra la Cima Trafoi (3553 m), il Cevedale (3378 m), il Vioz (3644 m), la Punta S. Matteo (3692 m), Crozzon di Lares (3354 m) e Corno di Cavento (3402 m).
L’obiettivo è quello di prevenire e reprimere reati ai danni dei reperti relativi alla Prima Guerra Mondiale, che appartengono alla cosiddetta “archeologia glaciale”, che studia e preserva manufatti e resti antropici in alta quota (sopra i 3.000 mt) e studia la relazione tra la variabilità del clima e l’intensità dell’uso umano dei paesaggi alpini. Spesso questo patrimonio viene danneggiato dai cosiddetti “recuperanti”, appassionati di reperti storici che con l’aiuto di metal detector cercano e asportano oggetti.
La ricerca – ricordano i Carabinieri – può essere svolta da privati solo al di fuori di “aree archeologiche” e dei siti individuati quali “cimiteri di guerra” dove è assolutamente vietata. La raccolta inoltre è consentita se si tratta di reperti e cimeli individuabili a vista o affioranti dal suolo (esclusi i cippi della Grande Guerra). Inoltre cimeli o reperti relativi al fronte terrestre della Prima Guerra Mondiale “di notevole valore storico o documentario” devono essere comunicati entro sessanta giorni dal ritrovamento, al Comune del luogo della raccolta.
Lo scavo invece è assolutamente vietato; i Carabinieri mettono anche in guardia dalla pericolosità di alcuni oggetti rinvenuti come ordigni ed esplosivi. Durante il controllo non si sono evidenziate nuove criticità; confermato invece il danneggiamento della baracca del Monte Cevedale.