In una nota, la Rurale locale annuncia il ritorno in utile, dopo i pesanti tagli degli ultimi mesi. Per ora nessun nuovo dettaglio sul piano di fusione con Fassa Agordino. Nei giorni scorsi, Rurali trentine segnalate dal Sole 24 Ore per bilanci a rischio
Trento – Bisognerà attendere le prossime preassemblee, per avere i dettagli sul piano di fusione tra la Cassa di Primiero e l’istituto di credito fassano, prevista invece a fine maggio l’assemblea generale.
Il piano di risanamento
“L’utile è di poco inferiore al mezzo milione di euro – spiega il presidente della Cassa Rurale Maurizio Bonelli – si attesta sulla cifra di 475 mila 572 euro e rispetta le previsioni del Piano di risanamento e rilancio 2016/2017 approvato dal Consiglio di amministrazione a fine 2015.
I dati patrimoniali
Gli impieghi si sono fermati a quota 281 milioni di euro con oltre 2.500 pratiche di finanziamento lavorate nel corso dell’anno.
La raccolta complessiva ha raggiunto i 416 milioni di euro, il risparmio gestito 79 milioni di euro, in crescita di 12 milioni rispetto allo stesso dato di dodici mesi prima. Il denaro prestato ha segnato una flessione del 5,76%.
Le preassemblee
Numeri definitivi e prospettive future della Cassa, saranno illustrati nel ciclo di preassemblee nei prossimi giorni:
18 aprile a Transacqua (sede Cassa Rurale)
19 aprile a Imèr (sala Ex Sieghe)
26 aprile a Canal San Bovo (filiale Cassa Rurale)
27 aprile a Feltre (Spazio Giovani Cassa Rurale).
Controtendenza nel Feltrino
“Se nelle Valli di Primiero e Vanoi i volumi di raccolta e impieghi tendono a mantenersi sugli stessi livelli di un anno fa o a ridursi – aggiunge il presidente Bonelli – si assiste a un fenomeno e a risultati in controtendenza nel Feltrino dove l’istituto è presente da tempo.
Inoltre evideniza il presidente: “Si è fermata la crescita del credito deteriorato legato a sofferenze e inadempienze probabili. Nel suo complesso i crediti sono assistiti per oltre il 70% da garanzie reali, ipoteche su immobili. La domanda di credito non particolarmente presente e il peso del credito deteriorato dimostrano che, il territorio, non è ancora riuscito e superare il lungo periodo di difficoltà. A risentirne sono aziende di varie dimensioni e anche le famiglie. Nonostante questo siamo fiduciosi”.
Migliorano anche “gli indici di copertura del credito cosiddetto non performing – viene aggiunto – e migliora l’indicatore di solidità della banca: il Total Capital Ratio è passato dal 13,42% al 14,41%. Anche la Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi ha dovuto farsi carico di costi per interventi di sistema a sostegno di banche in difficoltà. L’ammontare complessivo è stato di 320 mila euro”.
Il bilancio sociale è di 196 mila euro con sostegni a enti e associazioni, volontariato, scuola, cultura e sport.
Nessuna notizia sulla fusione
Dal comunicato della Cassa Rurale di Primiero, per il momento nessuna informazione sul processo di fusione per incorporazione con la Cassa Rurale Fassa Agordino. Non ci resta che attendere le prossime preassemblee per poter avere tutte le informazioni che da mesi i soci e i clienti della Rurale attendono: sia in Fassa che a Primiero.
Le banche segnalate dal Sole 24 Ore
Nei giorni scorsi intanto, tra le 114 banche italiane, citate dalle colonne del Sole 24 Ore – analizzando dati 2015 – c’erano anche molte realtà trentine e tra queste la Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi. Nello specifico, secondo quanto riporta il quotidiano economico, dalla certosina ricognizione sui bilanci bancari (di quasi 500 banche) del sistema italiano condotta dall’Ufficio Studi di Mediobanca emerge, tra le altre cose, che sono ben 114 gli istituti di credito (uno su 5) in cui il peso dei crediti malati è tale da far accendere più di un semaforo rosso.
In quelle 114 banche (per lo più Bcc e Casse rurali) infatti gli Npl netti superano il valore del patrimonio netto tangibile. Un indice noto agli addetti ai lavori come ‘Texas ratio’. Tradotto in termini più semplici: quando l’indice supera il 100%, la banca necessita di interventi urgenti.
O si aumenta il capitale o ci si fa comprare da una banca più sana o in alternativa, si cerca di vendere quella montagna di Npl, sapendo che la loro cessione libererà il bilancio a spese però di nuove maxi-perdite.
Le banche segnalate dal Sole 24 Ore
(Mediobanca su dati bilancio 2015)