Spending review: salvi i mini ospedali con meno di 80 letti. Tre le strutture a rischio chiusura in Trentino-Alto Adige – Secondo quanto si apprende, nel decreto sulla spending review non ci sarebbe piu’ l’intervento previsto dalle bozze circolate nei giorni scorsi che ipotizzava la chiusura per decreto – di fatto un taglio deciso direttamente – delle strutture ospedaliere con meno di 80 posti letto. In Trentino-Alto Adige sarebero stati tre gli ospedali a rischio: San Candido (49 letti), Vipiteno (63) e Borgo Valsugana (78).
Sanita’: Trentino; Rossi, nessun taglio a nostri ospedali ‘Abbiamo competenza primaria e non si applicano tagli Monti’ – La Provincia autonoma di Trento ha competenza primaria sulla sanita’ e quindi gli eventuali tagli decisi dal Governo non si applicano alla nostra realta’. Lo precisa l’assessore alla salute e politiche sociali del Trentino Ugo Rossi, in merito all’ipotesi avanzata dal Governo Monti di chiudere gli ospedali con meno di 80 posti letto. ‘Sulla sanita’ abbiamo competenza primaria ovvero decidiamo noi come organizzarci, quante e quali risorse destinare alla sanita’, quali razionalizzazioni fare sulla spesa – commenta Rossi -. Non puo’ farlo lo Stato: non riceviamo nessuna contribuzione per pagare le spesa sanitaria sul nostro territorio, il Servizio sanitario e’ finanziato interamente con risorse del nostro bilancio e quindi dalle tasse versate dalle nostre imprese e cittadini’.
Abbiamo avviato da tempo una razionalizzazione anche della spesa sanitaria per quanto riguarda gli ospedali, attraverso la creazione di un’unica rete ospedaliera costituita dagli ospedali di Trento e di Bolzano e dagli ospedali di valli di Cavalese, Borgo Valsugana, Tione, Cles ed Arco – conclude Rossi -. Un percorso illustrato alcune settimane fa al ministro alla salute, Renato Balduzzi, durante la sua visita in Trentino al costruendo centro di protonterapia. Di conseguenza non ci saranno rischi di chiusura per nessuno dei nostri ospedali’.
Assise della Coldiretti: “La crisi cambia la spesa e le vacanze degli italiani” – L’assessore veneto alla tutela dei consumatori e all’agricoltura, Franco Manzato, fa sentire la sua voce da Roma, dove è in corso l’assise della Coldiretti e dove a tener banco è stata in particolare la relazione intitolata “La crisi cambia la spesa e le vacanze degli italiani”, redatta sulla base di dati relativi ai primi cinque mesi del 2012.
Dati che parlano di una spending review già tempo attuata dalle famiglie italiane, costrette a ridurre sensibilmente i consumi, a cambiare il modo di fare la spesa – rivolgendosi sempre più ai discount alla ricerca del prezzo più basso e disertando i negozi tradizionali – ma anche i prodotti che la compongono, privilegiando negli acquisti la pasta e il pane alla carne e al pesce.
“Voglio solo sperare che la partecipazione del ministro Corrado Passera a Roma all’Assemblea Nazionale della Coldiretti non sia stata solo una presenza formale e rituale, ma abbia preso buona nota di quanto emerge dal rapporto presentato dal presidente Sergio Marini, che descrive una famiglia italiana più povera, costretta a tagliare pesantemente sulla spesa alimentare e obbligata a sacrifici e rinunce, ma che non può essere ulteriormente bastonata con nuove vessazioni, come l’ipotizzato ulteriore aumento dell’Iva”.
“E di fronte a un quadro come questo – si chiede Manzato – il governo Monti pensa si possa aumentare l’Iva ancora di qualche punto? Significherebbe costringere un numero sempre maggiore di famiglie non solo a risparmiare sulla spesa alimentare, ma anche a saltare qualche pasto. Senza contare i danni che l’aumento dell’imposta provocherebbe, oltre che sui consumatori, anche sui produttori. Le nostre filiere debbono già fare i conti con la crisi dei mercati interni, le nostre aziende con un peso sempre più insopportabile di tassazione e l’esecutivo non trova di meglio che prospettarci un nuovo inasprimento fiscale che avrebbe una sola, naturale conseguenza: prezzi più alti e consumi più bassi”.
“E’ ormai evidente che questo Governo ha riguardo solo per i problemi delle banche – conclude l’assessore –, per le quali valgono tutte le precauzioni e tutele, mentre per le aziende e i cittadini italiani, invece, è sempre e solo tempo di privazioni e legnate”.