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Sanità trentina: pesano i costi delle cure fuori provincia

Rodolfo Borga (Civica) interroga la Provincia sulla sanità trentina e le ragioni della mobilità passiva. Pesano trapianti e i costi del Primiero Vanoi su Feltre

Trento – Il consigliere della Civica, Rodolfo Borga, riferisce numeri preoccupanti nel campo della mobilità sanitaria: circa 16 milioni di euro di passivo, che fanno seguito ai 17 milioni di 2012 e 2013, un dato che non sembra ridursi con gli anni e che diventa particolarmente allarmante se confrontato con l’Alto Adige, dove dal 2012 al 2014 si passa da 8 milioni a 14,5 milioni di attivo. Borga interroga sulle ragioni di questa pesante passività e dell’abissale differenza con la vicina provincia di Bolzano e quali misure si intendano adottare (o siano state già messe in campo) per ovviare a questa situazione. 

La risposta dell’assessora Donata Borgonovo Re. L’assessora ha fornito alcuni dati. Innanzitutto la dimensione della mobilità passiva rappresenta il 2 per cento del bilancio complessivo dell’Apss. Secondo: il bilancio di missione 2013 dell’Apss nella prima pagina evidenzia che le curve della tabella legata ai costi in milioni della mobilità sanitaria e le curve legate al numero di ricoveri di mobilità passiva e attiva, si muovono in modo diverso: quelle dei costi salgono, quelle dei ricoveri scendono. I ricoveri rappresentano il 77 per cento della mobilità passiva.

Nel 2008 erano 14.993, nel 2013 sono scesi a 12.839. Abbiamo quindi un delta negativo. Il motivo di questo aumento del saldo negativo negli ultimi anni sta nell’aumento delle tariffe, nella crescita dei costi per prestazioni sanitarie che hanno accompagnato un percorso di progressiva decrescita al ricorso alla mobilità passiva. L’assessora ha ricordato che nel 2011 la Provincia autonoma di Bolzano ha aumentato di molto le tariffe mettendo qualche difficoltà aggiuntiva nella retribuzione di alcune prestazioni avvenute fuori del Trentino.

Una quota significativa del saldo negativa va attribuita a prestazioni non erogate all’interno del sistema sanitario provinciale, come i trapianti d’organo, per oltre 3 milioni sul computo complessivo. Occorre anche considerare che per la mobilità dal Primiero, 3 milioni e 300 mila euro vanno all’ospedale di Feltre. Il peggioramento del saldo in termini finanziari è comunque accompagnato, ha ribadito l’assessore, dal calo del numero dei ricoveri. Nel 2012 la mobilità dei pazienti bolzanini verso le strutture austriache è costato 18,8 milioni di euro, cioè 5 milioni di euro in più. In definitiva, al netto di quello zoccolo duro che riguarda la libertà delle persone di recarsi fuori trentino, sul quale la Provincia non può incidere, le azioni dell’Apss consentono di puntare ad un progressivo rientro.

Borga ha ricordato infine che se per una perforazione di timpani si arriva in Trentino a 700 giorni di attesa, non c’è da stupirci se la mobilità passiva aumenta. Per il trapianto degli organi non solo Trento ma anche Bolzano si devono rivolgere da altre parti, ma la mobilità passiva non è invece accettabile per le visite specialistiche. Borga ha detto che dalla risposta dell’assessora si sarebbe aspettato una puntuale elencazione dei punti di debolezza della sanità trentina che giustificano un passivo di questa entità e delle misure messe in atto per ovviare a questa situazione.

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