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Scatta l’ora legale: si dorme un’ora in meno ma l’ambiente ne guadagna

Le lancette dovranno essere spostate avanti di un’ora. Termina così il periodo di ora solare, che accompagna i cinque mesi invernali, con l’obiettivo di recuperare un’ora di luce in più a fine giornata.

L’ora legale, secondo Terna, la società che gestisce la rete elettrica, farà risparmiare 644 milioni di kwh e l’emissione di 300 mila tonnellate di anidride carbonica nell’aria. In termini di costi, la stima di Terna prevede nei prossimi sette mesi complessivamente un risparmio economico pari a 90 milioni di euro: circa metà del consumo medio domestico annuo di tutto il Friuli Venezia Giulia. La ‘genesi’ dell’ora legale, che tra sabato e domenica ci porterà a dormine un’ora in meno, affonda le proprie radici nel Settecento.

Il primo a teorizzarla fu Benjamin Franklin ma l’idea non ebbe però grande seguito anche perché, all’epoca, i risparmi sarebbero stati relativamente bassi. Oltre un secolo dopo, nel 1907, l’idea venne ripresa dal britannico William Willet, e questa volta trovò seguaci: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora avanti in estate.

In Italia l’ora legale è stata adottata per la prima volta nel 1916 e rimase in vigore fino al 1920. L’adozione definitiva risale al 1966, durante gli anni della crisi energetica. Il regime definitivo è entrato in vigore nel 1996 quando si stabilì di prolungarla dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre. 

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