La divisione interna al Movimento continua a far discutere il mondo politico
NordEst – La scissione avviata da Luigi Di Maio segna la fine del Movimento 5 Stelle? “I nostri principi e i nostri obiettivi non sono più validi? State scherzando?”. Così il leader del Movimento, Giuseppe Conte, risponde ai cronisti lasciando la sua abitazione per raggiungere la sede di Campo Marzio dove si sono riuniti poco dopo i vertici del M5S.
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“M5S non più la prima forza in Parlamento? Il Movimento rimarrà sempre la prima forza politica ad occuparsi di giustizia sociale, transizione ecologica, digitale, beni comuni… Tutti temi che sono la ragione fondamentale del nostro servizio in politica”, ha poi risposto una volta uscito dalla riunione. Per Conte la scissione “è un fatto di cui non va trascurato il rilievo politico perché c’è un nuovo gruppo. Ma noi rimaniamo forti con i nostri valori, i nostri ideali e il nostro progetto politico”, assicura il leader M5S. “Le ragioni per cui i cittadini hanno votato il Movimento non sono venute meno e noi porteremo avanti quel mandato sino alla fine”, sostiene. E a chi gli chiede se non sia arrivato il momento di lasciare la leadership del Movimento, Conte replica: ” Per quale motivo?”.
Il M5S uscirà dal governo? “Noi non abbiamo da chiarire ogni giorno quel che invece non è da noi mai messo in discussione. Questo vale per l’alleanza euro-atlantica e la collocazione europea”, dice ancora ai cronisti. “Ho tenuto sempre la barra dritta, non posso accettare nessuna lezione. Non è messa in discussione nessuna nostra collocazione internazionale”. E ancora: “Il sostegno a Draghi non è messo in discussione… Ieri siamo stati messi molto in difficoltà ma come vedete il nostro appoggio a questo governo non è stato in discussione”. “L’appoggio al governo non è in discussione”, ha detto il ministro e capodelegazione M5S al governo, Stefano Patuanelli, lasciando la sede del partito. A chi gli chiede se si aspettasse l’addio di Di Maio, “sì – ha risposto – era nell’aria”.
Le reazioni in Trentino
“Trovo la scelta di Luigi Di Maio di uscire dal M5S per formare una propria compagine politica sbagliata e dolorosa – commenta il consigliere provinciale trentino di M5S, Alex Marini – dopo anni di compromessi, anche amari, presi dal Movimento in nome della governabilità, l’ex capo politico del M5S decide di abbandonare in primo luogo le persone che col loro lavoro, sostegno e affetto gli hanno consentito di ricoprire ruoli importantissimi in sede di governo nazionale.
La decisione di Di Maio fa male in primo luogo agli attivisti del M5S, persone che ci hanno sempre messo il cuore e spesso anche le risorse personali per sostenere l’idea di un’Italia più libera e più giusta. Di fronte al tradimento delle loro speranze non c’è giustificazione.
Considerato il danno potenziale, ho sperato fino all’ultimo che non si arrivasse alla rottura. Purtroppo è arrivata e non certo per colpa dei vertici del Movimento. Ciò che è fatto è fatto, ciascuno è responsabile delle proprie scelte. Di Maio e le persone che lo hanno seguito la loro scelta l’hanno fatta. Noi guardiamo oltre, consapevoli che questo trauma potrà servire a rendere finalmente effettiva la riorganizzazione del M5S e a rilanciare la nostra azione, che, è bene ricordarlo, è nata per servire i cittadini e non per garantire posti di potere”.