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Se non ci fosse soluzione, sì che sarebbe un problema…

di Annalisa Borghese

Se non ci fosse soluzione, sì che sarebbe un problema. E dunque la soluzione c’è, eppure il problema persiste. Non il Covid. Il virus è “soltanto” un aspetto del problema: il sistema economico distruttivo e insensato.

Avete mai visto un deposito di automobili nuove fiammanti invendute? Non riesci a contarle perché non ne vedi la fine. Il superfluo del superfluo. L’economia di mercato è così: la produzione va ben oltre il necessario. Di più, la produzione va ben oltre il consumo.

Si può chiamare sviluppo questo?ch

Più voci, e non da ieri, invocano la decrescita che non significa crescere meno, ma crescere in modo diverso. Ad esempio produrre servizi al posto di beni di consumo di cui siamo straripanti, che richiedono uno sperpero di risorse, peraltro indisponibili, e innalzano enormemente i livelli di inquinamento. Rinunciare al superfluo non sarebbe un sacrificio. Invece i sacrifici ce li chiedono: chiusi in casa, lontani l’uno dall’altro, per arginare un virus che come possiamo definire? Una disgrazia? Cose che accadono? I corsi e ricorsi della storia?

Non ci vogliono chissà quali competenze per capire che se l’ambiente è molto, molto inquinato, chi ci vive ne farà le spese. Ma i paperoni del pianeta dell’inquinamento si fanno un baffo e degli altri pure.

Nella scena finale de “Il Grande Dittatore” Charlie Chaplin pronuncia il suo famoso“Discorso all’Umanità”: “La vita può essere felice e magnifica, ma l’abbiamo dimenticato. L’avidità ci ha condotto a passo d’oca fra le cose più abiette. Più che macchinari ci serve umanità”. Era il 1940…

Se volete ascoltarlo per intero:

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Versione Audio con musica di Hans Zimmer

 

 

Fra le tisane, tiglio menta e melissa per gestire lo stress.

 

 

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