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Secondo appuntamento della rassegna “Luoghi e memorie della Grande Guerra”

Museo del 7° Reggimento Alpini, 1915-1918: I volti e i luoghi de “Le scarpe al sole”

Sedico (Belluno) – Venerdì 29 novembre 2013 alle ore 20,30 presso la sala conferenze di Villa Patt – Sedico Giuseppe Ielen presenta: 1915-1918. Al fronte con Paolo Monelli. I volti e i luoghi de “Le scarpe al sole”.

Alcuni reparti del 7° Reggimento Alpini furono presenti ininterrottamente sul fronte del Trentino sudorientale, e più precisamente nel settore Brenta–Cismon, dall’inizio della guerra sino ai giorni immediatamente successivi ai fatti di Caporetto. E nelle cronache di quel periodo le imprese dei “territoriali” del Val Cismon, dei “permanenti” del Feltre e dei “bocia” del Monte Pavione compaiono spesso. E proprio un ufficiale del Val Cismon (e poi del nuovo Monte Marmolada in Altipiano), un certo Paolo Monelli, metterà su carta nel 1921 le sue esperienze di quegli anni dando vita ad un’opera letteraria -Le scarpe al sole- che è divenuto “il libro” per eccellenza degli alpini durante la Grande guerra. E’ soprattutto l’umanità dei personaggi descritti da Monelli -che siano suoi alpini o colleghi o superiori- che caratterizza le pagine del suo libro e di altri testi sullo stesso argomento, assieme ad una lucidità di giudizio sugli errori dei comandi spesso condita con una buona dose di ironia.
Ma, oltre che sulle pagine del diario, Monelli documentava i suoi giorni di guerra anche con la macchina fotografica. È questa una scoperta di alcuni anni fa quando, presso la Biblioteca Statale Baldini di Roma -che dopo la sua scomparsa nel 1984 aveva acquisito la sua raccolta di undicimila volumi ed altro materiale- sono state fortunosamente ritrovate circa 700 immagini da lui scattate allora e rimaste nascoste per quasi novant’anni. Le fotografie sono state pazientemente catalogate dall’ASCVOT (Associazione Storico Culturale della Valsugana Orientale e del Tesino) di Borgo Valsugana. Circa 250 tra le più significative sono riportate -ingrandite- su pannelli da esposizione utilizzati per una mostra itinerante e ne è stato tratto anche un catalogo fotografico a cura di Giuseppe Ielen e di Luca Girotto. E’ un caso unico di trasposizione in immagini di parte di un’opera letteraria ed è interessante poter notare che il Monelli fotografo si rispecchia nel Monelli scrittore: c’è la stessa attenzione per l’umanità dei suoi alpini e degli altri che gli stanno intorno e che sintetizzerà nel dopoguerra con queste parole: “Nel corso di quella guerra mi sono legato di affetto e di stima a uomini che compivano il loro tremendo dovere con semplicità e con virile coscienza…Ho preziosi ricordi della loro umanità, della loro pazienza, della commovente fiducia che avevano, uomini provati, in me ragazzo che dovevo portarli a morire. E’ mia ricchezza segreta ed indistruttibile questa esperienza che non vorrei non aver avuto…”.

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