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Slittino mondiale a Primiero, Manuel Gaio si racconta dopo l’infortunio e sogna un nuovo podio

Questa volta il giovane atleta di slittino Manuel Gaio, ha dovuto accontentarsi del ruolo di spettatore durante la bella gara del fratello Simone, in Coppa del Mondo nel duo con Armin Folie. “Penso però che uno sforzo da parte degli atleti locali dovrebbe essere maggiormente riconosciuto anche dal territorio”, ha evidenziato Gaio

I due giovani slittinisti del Primiero, Manuel Gaio (a sinistra) e Nicolò Debertolis (a destra) hanno centrato un risultato storico aggiudicandosi la medaglia d’oro nel doppio ai campionati europei Juniores, battendo persino i fortissimi atleti austriaci

 

di Liliana Cerqueni

Primiero (Trento) – Manuel Gaio è un po’ rattristato per l’incidente occorsogli in occasione dei Campionati Italiani di Slittino naturale che gli ha procurato una lieve frattura al piede, ma si dichiara determinato più che mai a continuare le competizioni non appena si sarà rimesso.

Cosa ci racconti, Manuel, di quest’ultima avventura questa volta in negativo, viste le conseguenze? Già, in negativo. Avevo appena finito il doppio in Val Passiria e avevo iniziato il singolo. Sono arrivato in una combinazione di curve veloci, avevo l’impressione che la slitta non funzionasse come il solito e sono finito contro le paratoie. Sono subito stato soccorso e portato all’ospedale di Merano dove mi hanno diagnosticato la frattura composta al piede.

Cosa comporta ora questo stop forzato? Ha parzialmente compromesso la stagione agonistica: l’incidente è successo il 28 dicembre e i giorni successivi avrei dovuto partecipare alla la prima Coppa del Mondo; il 3 gennaio avrei avuto un’altra gara all’Alpe di Siusi. Ora aspetto di conoscere gli esiti della TAC per capire quando potrò riprogrammare la mia attività sportiva. Ci terrei tantissimo a partecipare ai Campionati Mondiali a Lasa in Val Venosta, in agenda il 2 Febbraio prossimo. Sono deluso perché sono rimasto coinvolto in un brutto incidente proprio durante una gara minore rispetto quelle più prestigiose in calendario, ma spero di rimettermi per quell’occasione!

Come hai iniziato la tua carriera sportiva e quali sono state le tappe principali? Ho iniziato a 6 anni quando mio padre cominciò ad essere attivo nella Sezione Slittino dell’US Primiero. Lo seguivo e insieme a mio fratello abbiamo voluto provare. Da allora non abbiamo più smesso; in quegli anni è stata costruita la pista di slittino accanto casa mia e da là è decollata la nostra carriera agonistica, iniziando da piccole gare fino ad arrivare due anni fa in Nazionale. Per arrivare a questi livelli abbiamo fatto molti sacrifici insieme alle nostre famiglie. I titoli conquistati sono: nel Doppio, primo posto al I° Campionato Europeo (2017); secondo posto in Coppa del Mondo (2017); Campione italiano nel 2017 e 2018.

Che preparazione particolare e che requisiti occorrono per svolgere questa attività? Nulla di particolare: semplicemente continuare ad allenarsi e fare anche palestra. Meglio sarebbe allenarsi sulle piste per prendere confidenza con percorsi e condizioni. Sicurezza, grande volontà, sincronia, passione e costanza. Poi, quello che fa la differenza è l’affiatamento col partner nel doppio, la fiducia, la consapevolezza delle nostre risorse e competenze per collaborare alla vittoria.

Come mai, secondo te, lo slittino è da sempre considerato uno sport quasi ‘minore’ rispetto altri? Da noi è poco considerato perché siamo ancora in pochi, a differenza dell’Alto Adige dove questa disciplina è molto popolare e diffusa, incentivata e considerata. Là ogni località ha la propria Associazione che si preoccupa di promuovere l’attività sportiva di slittino e moltissimi giovani lo praticano. In Italia, Alto Adige e in minor misura Trentino, sono le regioni con più rappresentatività per quanto riguarda la pratica di questo sport; un tempo era la Valle d’Aosta ma ora non più per questione di difficoltà riguardanti i finanziamenti. Ci sono poi molte nazioni, soprattutto nel Nord Europa, che lo annoverano nelle discipline sportive più praticate. Ora come ora lo slittino non rientra nelle discipline sportive olimpiche ma ormai non mancano più molti numeri tra nazioni partecipanti, che permettano di entrare a pieno titolo nelle gare riconosciute. Le previsioni lasciano ben sperare.

Come vivono in famiglia queste trasferte diventate impegnative? Lo scorso anno i miei genitori si sono fatti 1800 km in 10 giorni per accompagnarci nei luoghi delle gare. Ora abbiamo la patente e siamo diventati più indipendenti ma è comunque impegnativo anche dal punto di vista economico. Da quando siamo in Nazionale abbiamo abbattuto alcuni costi ma rimane aperto il problema delle trasferte. Spesso non è possibile utilizzare il pulmino della Società perché io e mio fratello abbiamo impegni sportivi diversi in date differenti e quindi gli spostamenti ricadono ancora sulle famiglie. Si parla di cifre onerose che non vengono coperte neanche per la metà dagli stanziamenti previsti dal Comitato. A volte c’è da riflettere seriamente su questi sacrifici economici che le famiglie sono costrette ad affrontare per permettere dei risultati che vanno anche a prestigio territoriale. Penso che uno sforzo da parte degli atleti dovrebbe essere riconosciuto maggiormente anche da associazioni e istituzioni perché un successo in campo sportivo significa anche ricaduta in termini di visibilità per il territorio di provenienza. Comprendiamo le difficoltà della Sezione ed è per questo che vorremmo una partecipazione, una collaborazione e un riconoscimento da più partner esterni che comprendano l’importanza della connessione sport-promozione territoriale anche in questa attività.

I tuoi sogni per il futuro? Sperare che questo sport diventi effettivamente olimpico, credo non manchi molto, e allo stesso tempo trovare un gruppo che sponsorizzi ,valorizzi e incentivi tenendo conto dei risultati finora raggiunti. In fondo, come gruppo di primierotti appassionati e determinati ce lo meriteremmo e lo meriterebbe anche la Valle di Primiero.

Non ci resta che fare tanti auguri al giovane Manuel e gli altri atleti, suoi compagni di avventura, pensando per lui e per tutti un panorama olimpionico e una lunga carriera ricca di soddisfazioni e riconoscimenti.

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