Le immagini del 21 dicembre dalla webcam di MeteoTriveneto installata ai 2950 metri del Sass Pordoi che ha immortalato diversi “mari di nuvole”
NordEst – Secondo il coordinatore della sezione “nuvole” dell’Associazione Meteotriveneto, Marco Bonatti, “in questo caso parliamo di stratus nebulosus opacus (forme nuvolose indistinte, un fenomeno che risulta invisibile alle basse quote), anche se l’aspetto un po’ tormentato del “tetto” nuvoloso e l’altitudine insolita (intorno ai 2000 metri, in parte anche oltre) fanno pensare ad una commistione con stratocumulus stratiformis opacus.
Questa nuvolosità stratificata, che non genera precipitazioni se non debolissime e localizzate, si origina dallo scorrimento di una corrente di aria umida e relativamente mite di provenienza occidentale negli strati medi e bassi dell’atmosfera.
Dal punto di vista dell’appassionato osservatore di nuvole (non oso dire nefologo, un titolo di cui può fregiarsi solo un esperto del settore) questa “nuvolaglia” (mi si perdoni il termine) è di poco interesse e di scarsissima ispirazione”, ma certamente degna di nota nel giorno del solstizio d’inverno.
La magia dell’inverno
Il solstizio (dal latino solstĭtĭum, composto da sōl, «Sole», e sistĕre, «fermarsi»), in astronomia, è il momento che si verifica due volte all’anno quando la Terra, nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole lungo l’orbita terrestre, presenta in direzione del Sole angolo massimo o minimo tra il proprio asse di rotazione e il piano orbitale terrestre.
I due solstizi annuali si verificano intorno al 21 dicembre e al 21 giugno (rispettivamente detti “solstizio d’inverno” e “solstizio d’estate”, con riferimento alle stagioni presenti nell’emisfero boreale in quei giorni).
Successivamente ai solstizi, in ciascuno dei due emisferi terrestri si inverte la tendenza all’aumentare o al diminuire dell’inclinazione dei raggi del sole, e la tendenza al diminuire o all’aumentare delle ore di luce giornaliere.