Durante la discussione dei question time un folto gruppo di manifestanti è entrato nell’emiciclo. L’amarezza del presidente del Consiglio in una nota
Trento – Il gruppo ha esposto due grandi striscioni con la scritta “Modello Whirlpool tutti a casa senza lavoro, 17 mila disoccupati e voi pensate ai vostri vitalizi”.
I lavori sono stati immediatamente sospesi dal presidente Bruno Dorigatti che ha invitato i disoccupati ad uscire. Appena i manifestanti hanno abbandonato l’aula il presidente Dorigatti ha convocato i capigruppo per valutare l’accaduto.
Dura presa di posizione di Dorigatti
” Il grave episodio verificatosi durante i lavori dellAssemblea legislativa provinciale, con l’irruzione di un gruppo di manifestanti nellAula consiliare, – scrive in una nota il prrsidente del Consiglio, Bruno Dorigatti – rappresenta una forma di attacco alle Istituzioni che va stigmatizzata al di là di ogni considerazione.
Pur comprendendo la delicatezza dei temi delloccupazione e la strategica centralità delle questioni del lavoro, simili modalità di protesta infatti sono del tutto estranee al civile confronto e rappresentano il tentativo di sostituire la democrazia e le sue regole, con la forza delle imposizioni brutali e prive di ogni capacità di sereno dialogo.
Queste manifestazioni sono, senza dubbio, sintomi del diffondersi di un rancore che pare attraversare tutta la società e rispetto al quale la politica e le Istituzioni debbono ulteriormente interrogarsi, al fine di eliminare le disuguaglianze sociali.
A ben vedere è quello che, in questi ultimi anni, abbiamo sempre cercato di fare, instaurando un dialogo aperto con tutte le
Rappresentanze sociali e dei lavoratori, con la precisa volontà di dare risposte effettive ai problemi che via via si pongono e su tale strada intendiamo proseguire, consapevoli del dramma del lavoro e delle povertà, impegnandoci ancor più nella ricerca di soluzioni in tempi rapidi.
Se è chiara quindi la necessità di affrontare i grandi nodi della disoccupazione – conclude la nota – è altrettanto indispensabile però isolare queste scorrette espressioni, nella consapevolezza che tali metodi antidemocratici, indeboliscono le Istituzioni, a prescindere da chi le rappresenta pro tempore e recano un danno evidente a quel dibattito democratico e plurale, al quale deve informarsi tutta l’attività politica, ivi compresa quella del libero dissenso”.