Sono tra i 5 morti sulle montagne svizzere, erano amici da tempo
Bolzano – I tre bolzanini morti nella tragedia sulle Alpi erano soci esperti del Cai di Bolzano e le rispettive famiglie sono state avvisate ieri sera dell’accaduto. Elisabetta Paolucci, 45 anni, era figlia d’arte per la sua professione abituale d’insegnate, da cui si era presa un anno sabbatico: il padre, Mario Paolucci, era un ex professore del liceo Carducci di Bolzano, di cui era stato una colonna, e nello stesso istituto aveva insegnato anche la madre, Silvana Dalla Torre. La coppia, Marcello Alberti e Gabriella Bernardi, entrambi 53 anni, non aveva figli. Alberti era un noto commercialista del capoluogo altoatesino, che lavorava nello studio fondato dal padre. La donna invece lavorava come manager alla Thun, responsabile delle risorse umane. Da tempo i tre parlavano dell’escursione sull’alta via Chamonix-Zermatt, una delle più note e impegnative per gli appassionati, agli amici del Cai e li aggiornavano sulla situazione con fotografie sui social network.
“Avevano cambiato percorso”
“Hanno cambiato percorso nella speranza di raggiungere il rifugio ancora con il bel tempo, ma a 550 metri dalla meta sono rimasti bloccati dalla tempesta”. E’ quanto Giovanni Paolucci, fratello di Betti, una delle tre vittime bolzanine, ha appreso dalla polizia del canton Vallese in merito al tragico incidente sulle Alpi svizzere.
“800 metri di dislivello in salita e 1.000 in discesa non sono davvero tanti, il problema è stato la quota, visto che il punto massimo si trovava a 3.800 metri, che mi sembra un po’ tanto”, spiega Paolucci, che come la sorella è uno scialpinista esperto.
“Le foto scattate alle 9 del mattino – racconta – mostrano il cielo sereno, mentre due, tre ore dopo, è arrivata la tempesta con raffiche a 100 km/h”.
-
In breve
Sale a 6 morti, di cui 5 italiani, il bilancio della tragedia alpinistica avvenuta tra domenica e lunedì nella zona della Pigna d’Arolla, sulle Alpi svizzere – Secondo quanto ha riferito all’ANSA la gendarmeria cantonale del Vallese, due dei feriti gravi sono deceduti in ospedale nelle ultime ore. Rimangono altre tre persone in gravi condizioni, ricoverate nei nosocomi della zona. Tra le vittime, oltre alla guida della spedizione, Mario Castiglioni di Como, ci sono anche tre escursionisti esperti di Bolzano, Elisabetta Paolucci, Marcello Alberti e Gabriella Bernardi, marito e moglie. Superstite: ‘Vivo grazie ad esperienza’ – “Sto bene. Mi hanno appena dimesso dall’ospedale”: Tommaso Piccioli è uno dei partecipanti alla spedizione finita in tragedia sulle alpi svizzere nella haute route Chamonix-Zermatt, dove sono morti 5 italiani, inclusi i suoi tre amici di Bolzano. Dice solo questo all’ANSA, che lo ha contattato al telefono. Alla famiglia ha telefonato ieri. “Mi ha detto ‘sto bene’ – racconta il papà Stefano, anche lui architetto -. Sono all’ospedale. E’ successa una cosa gravissima e sono sopravvissuto grazie alla mia esperienza”.
Tre scialpinisti sudtirolesi sono rimasti feriti a causa del distacco di una valanga nella Zillertal, in Tirolo – Ferite lievi per due di 32 e 35 anni di Bressanone, più serie per uno di 33 anni di Castelrotto (Bolzano), in ospedale a Innsbruck. I tre stavano risalendo la cime del Gran Mesule (3.480 metri) quando la valanga li ha travolti ed è stato uno di loro a chiamare i soccorsi, arrivati da soccorso alpino e tre squadre di elicotteri.