A febbraio a Gardolo e vicino ad ospedale
Trento – La Squadra Mobile, coordinata dalla Procura di Trento, ha arrestato due italiani, un uomo ed una donna, rispettivamente di 36 e 35 anni, conviventi, che sarebbero gli autori di due tentate rapine commesse, a distanza di tre giorni l’una dall’altra, nel mese di febbraio a Gardolo e nei pressi dell’ospedale di Trento.
I due rapinatori, incappucciati, erano piombati alle spalle di due ragazzi intenti a prelevare del denaro da uno sportello bancomat in piazza della Libertà. L’uomo aveva puntato una pistola, risultata solo successivamente a salve, al volto di uno dei due giovani. Allo stesso modo la donna, anche lei armata, aveva spinto la canna della pistola nel fianco del ragazzo intento a prelevare il denaro.
Quest’ultimo, paralizzato dalla paura, non è riuscito a completare le operazioni scatenando l’ira del rapinatore che aveva esploso dei colpi in aria. A questo punto le vittime erano scappate. Tre giorni dopo i due avevano tentato un’altra rapina, nei pressi dell’ospedale. Anche in questo caso si erano avvicinati alle spalle della vittima che stava prelevando da uno sportello bancomat. L’uomo aveva però reagito, riuscendo a disarmare il rapinatore e a fuggire dopo una colluttazione.
La svolta a fine giugno, quando la Mobile ha perquisito la casa dei due presunti rapinatori a Cortesano, sequestrando repliche di 7 pistole semi automatiche ed automatiche, un fucile a pompa calibro 12, tre coltelli ed un centinaio di proiettili a salve, oltre ad un passamontagna. Grazie a delle comparazioni fisionomiche gli investigatori sostengono la piena compatibilità tra i volti travisati dei rapinatori e quelli dei due arrestati.
“Episodi come quelli scoperti, sono gravi perché destano un grave allarme sociale. Ma è da sottolineare anche la tempestività e puntualità con la quale gli stessi episodi sono stati scoperti, grazie ad una perfetta sinergia tra l’attività investigativa e di controllo del territorio messa in campo dalla Polizia di Stato”, commenta in una nota il questore, Claudio Cracovia. “Le rapine sono crimini odiosi, oltre che pericolosi. Scoprirle, vuol dire restituire la serenità perduta a tutti i cittadini”, commenta il capo della Mobile, Tommaso Niglio.