La Polizia di Brescia, in collaborazione con la Polizia Kosovara, sta eseguendo perquisizioni e arresti, in Italia e in Kosovo, a carico di cittadini kosovari ritenuti responsabili dei reati di apologia al terrorismo e istigazione all’odio razziale
Roma (Adnkronos) – L’operazione denominata ‘Van Damme’, condotta dagli agenti della Digos di Brescia e della Direzione Centrale di Prevenzione della Polizia, ha permesso di disarticolare una compagine terroristica che, anche attraverso l’uso dei social network, propagandava l’ideologia jihadista.
I riscontri investigativi hanno evidenziato, sottolinea la polizia, la presenza di “pericolosi indicatori di fanatismo religioso estremistico a carico dei componenti del gruppo criminale, i quali sul web si mostravano con armi e atteggiamenti caratterizzanti i combattenti del sedicente Stato Islamico”.
Nelle chat degli indagati c’erano anche minacce nei confronti del Papa. E si annunciavano “visite da parte dei terroristi dello Stato Islamico”. Gli investigatori hanno trovato frasi come “questo sarà l’ultimo Papa”. Nell’ambito dell’operazione sono state eseguite quattro perquisizioni a carico di persone, la cui posizione è ancora al vaglio. Gli investigatori stanno esaminando il materiale web. Nell’ambito dell’operazione sono stati eseguiti l’arresto del capo cellula rintracciato in Kosovo, l’espulsione a carico di un kosovaro e l’applicazione del regime della sorveglianza speciale per motivi di terrorismo nei confronti di un macedone residente a Vicenza.
Il capo della cellula è stato rintracciato e arrestato in Kosovo. In Italia spiegano gli investigatori è stata disarticolata una filiera di affiliati che raccoglievano una serie di messaggi propagandistici di istigazione all’adesione al Daesh. Un macedone residente a Vicenza è stato sottoposto al regime della sorveglianza speciale per motivi di terrorismo in base alla nuova normativa.