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Tragedia della solitudine a Pergine e guerra, nell’omelia delle Palme del Vescovo di Trento: “Torniamo umani”

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Con la Domenica delle Palme al via la Settimana Santa. A Trento si è tenuta anche la Via Crucis animata dai giovani. Tutte le celebrazioni in cattedrale con il vescovo Lauro, anche in diretta streaming

La domenica dele Palme a trento [ph Zotta]

 

Trento – Con la Domenica delle Palme inizia la Settimana Santa che conduce alla Pasqua. L’arcivescovo Lauro ha guidato domenica mattina la solenne celebrazione che ha preso avvio nella basilica di S. Maria Maggiore con la benedizione dei rami d’ulivo e la processione verso la cattedrale. La Domenica delle Palme è detta anche domenica della Passione del Signore con il lungo racconto delle ultime ore di vita di Gesù fino alla morte in croce.

Nella sua omelia, in un Duomo pieno di fedeli, Tisi ha denunciato la guerra in Ucraina. Ma non ha tralasciato nemmeno quanto è accaduto in trentino nei giorni scorsi. Tisi ha citato la tragedia di Pergine, con la madre e la figlia morte in solitudine e abbandono in un condominio. Anche in questo caso, ha ammonito, bisogna “tornare umani”. Quello che è successo, ha commentato, deve essere “un monito per tutti a sentire che non siamo lontani, siamo molto vicini alla trascuratezza e alla negligenza. Di fronte a questa morte in solitudine faccio un appello a recuperare la dimensione della comunità.

“Come è possibile che un uomo crocifisso venga adorato quale Salvatore e Signore? – si è chiesto nell’omelia don Lauro, invitando a staccare gli occhi dalla croce e portarli sul crocifisso. Il patibolo – commenta l’Arcivescovo – diventa luogo di vita e non di morte, in quanto su di esso scorre il sangue di un uomo che ha scelto, nella libertà, di non interrompere il flusso dell’amore”.

“Ora lo sappiamo: Dio – ribadisce monsignor Tisi – è amore, solo amore, nient’altro che amore.  Da quel giorno – argomenta ancora don Lauro – la vicenda umana ha continuato a conoscere pagine tragiche, dove il male, nella sua sconcertante banalità – come ci ricorda Hannah Arendt – ha mostrato accenti di inaudita ferocia. Al contempo, però, da quel giorno, la storia umana può annoverare uomini e donne che hanno scelto di seguire l’Uomo della Croce, versando per amore il loro sangue. E, incredibilmente, hanno fatto fiorire la vita”. Come i martiri della Chiesa trentina. Di qui la conclusione: “Sta a noi generare morte o immettere vita”.  La Messa è stata animata dai cori parrocchiali uniti di Duomo e S. Maria.


In breve

Papa Francesco: “Anche io ho bisogno che Gesù mi accarezzi”. Il Pontefice nell’omelia della messa delle Palme presieduta oggi in piazza San Pietro dopo essere stato dimesso ieri dall’ospedale ricorda i “tanti ‘cristi abbandonati’ oggi: poveri, migranti, detenuti, bimbi non nati, anziani soli”.

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