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Tre milioni di euro per ripristinare i prati perduti

Individuati dalla Giunta provinciale gli interventi in ambito montano e fluviale da finanziare attraverso il Fondo per il paesaggio

Trento – La continua erosione, a seguito dell’avanzata del bosco, di molte aree prative aperte e pascoli è una delle questioni ambientali di rilievo sul territorio provinciale. L’abbandono degli antichi spazi rurali e l’avanzamento del bosco costituiscono una criticità dal punto di vista paesaggistico ed è appunto per contrastare tale fenomeno, per “ridare l’identità” perduta a tali luoghi, e per recuperare nuove aree agricole da affidare, con un vincolo decennale di utilizzo, ad aziende zootecniche già esistenti in loco o di nuova costituzione, che il governo provinciale ha programmato una serie di interventi di riqualificazione in vari punti del territorio provinciale. Tale tipo di interventi rientra appieno tra quelli per i quali è stato costituito il Fondo per la riqualificazione degli insediamenti storici e del paesaggio. E proprio nella seduta di lunedì la Giunta provinciale ha approvato – su proposta dell’assessore alla coesione territoriale, urbanistica enti locali ed edilizia abitativa Carlo Daldoss – gli studi di fattibilità e i progetti preliminari relativi agli interventi di conservazione, sistemazione o ripristino del paesaggio rurale montano che saranno appunto finanziati attraverso il Fondo. Approvati contestualmente anche i criteri e le modalità di gestione e utilizzo del fondo, che per gli interventi approvati mette a disposizione un milione di euro. Altri 2 milioni di euro il finanziamento per analoghe iniziative che riguarderanno negli anni 2016 e 2017 altre zone del Trentino.

Il fondo per il paesaggio vuole riqualificare il paesaggio montano e rurale con 3 tipologie di interventi: in ambiti montani, ovvero recuperare là dove c’è abbandono con avanzamento del bosco; in ambiti di particolare rilevanza paesaggistica, dove sussistono ad esempio pratiche agricole consolidate (terrazzamenti, muri a secco….); in ambiti fluviali, laddove si tratta di recuperare il paesaggio delle zone ripariali, lungo i corsi d’acqua, guardando però anche alla regimazione delle acque e alle specie da conservare. Degli interventi riferiti ai primi due tipi si occuperanno Comunità e Comuni su delega della Provincia (mentre la terza tipologia è affidata ai Bacini Montani.

Sulla base dei criteri, approvati dalla Giunta in via definitiva dopo il parere favorevole del Consiglio delle Autonomie locali e della competente Commissione del Consiglio provinciale, la Provincia, al fine di assicurare per l’anno in corso il celere avvio del progetto, ha provveduto mediante il Servizio Foreste e fauna e il Servizio Bacini montani alla redazione di una proposta di individuazione di aree e di predisposizione degli studi di fattibilità con riferimento:
– agli ambiti montani, segnati da pratiche agricole e zootecniche consolidate, oggetto di abbandono con fenomeni di avanzamento del bosco e perdita di valori colturali, paesaggistici e di biodiversità; in questi contesti gli interventi riguardano aree boscate di nuova formazione dell’orizzonte montano di versante e fondovalle, al fine di ripristinare, in particolare, praterie montane da fieno mediante la trasformazione di coltura a scopo agrario;
– agli ambiti fluviali, oggetto di riduzione dei valori ecosistemici, al fine di realizzare interventi di mantenimento degli assetti di biodiversità specifica e di gestione dei boschi ripariali, anche per la conservazione delle praterie naturali e delle formazioni erbacee di particolare interesse naturalistico e ambientale e per il controllo delle specie alloctone invasive.

Per quanto attiene agli interventi negli ambiti montani, le proposte sono state presentate alle Comunità e ai Comuni interessati in un apposito incontro il 5 maggio scorso presso l’Assessorato alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa, al fine di condividere le scelte e promuovere il coinvolgimento dei privati interessati.

Queste sono le aree individuate che vedranno interventi di ripristino e riqualificazione del paesaggio in ambito montano:
a) interventi negli ambiti montani:
1) Comuni di Dimaro e Commezzadura (località Costa Rotian e località Masi da Mont di Deggiano);
2) Comune di Bedollo (località varie);
3) Comuni di Condino e Roncone (località varie);
4) Comune di Ledro (località Ampola);
5) Comune di Canal San Bovo, località Caoria e basso Vanoi;
6) Comune di Tonadico, località Rodenaza e Cereda;

E questi gli interventi previsti in ambiti fluviali:
Comune di Valdaone, fiume Chiese, località Pracul-Limes
Comune di Vermiglio, torrente Vermigliana, località Velon
Comuni di Pellizzano, Commezzadura, Rimaro, torrente Noce, località Rocchetta
Comuni di Nave San Rocco, Zambana, torrente Noce, località Rupe-confluenza con l’Adige
Comuni di Lavis, Trento, fiume Adige e torrente Avisio, località foci dell’Avisio
Comune di Cavalese, torrente Avisio, tratto Masi di Cavalese – Cascata
Comuni di Strigno, Villa Agnedo e Ivano Fracena, torrente Chieppena, tratto terminale da Strigno al fiume Brenta
Comune di Grigno, fiume Brenta e torrente Grigno, località Grigno-Belasio

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