L’assessore alle politiche della mobilità del Veneto celia sull’ennesimo disservizio di Trenitalia
Venezia – “Che dire, la considero, e spero che sia, una inaspettata inversione di tendenza nel servizio di Trenitalia. Ora basterà trovare un corretto punto d’equilibrio e, molto semplicemente, rispettare l’orario di servizio”. Ci scherza sopra l’assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso, da anni destinatario di proteste che segnalano ritardi e soppressione di treni in quello che lui stesso ha definito “servizio da terzo mondo”.
“Poi l’altro giorno una sorta di squarcio nel buio: una protesta perché un treno è partito in anticipo. Intendiamoci – afferma Chisso – possiamo sorridere della cosa ma questo signore ha perfettamente ragione e mi faccio cointerprete della sua protesta. Un treno non può chiudere le porte e partire prima dell’orario previsto, anche se si tratta di 40 secondi”. La segnalazione del viaggiatore è precisa: giovedì scorso “il capotreno del treno 2733 in partenza da Treviso – scrive – ha fischiato alle 6,55’20” con 40 secondi in anticipo rispetto all’orario previsto”. E forse anche qualcun altro è rimasto a terra, visto che molti arrivano in stazione all’ultimo momento, ma pur sempre in tempo utile.
“Con lui – afferma Chisso – invito la società ferroviaria a attenersi rigorosamente all’orario, nel rispetto degli utenti e, aggiungo, del contratto di servizio. Questo, ancorchè inconsueto di fronte ai ritardi le cui segnalazioni mi arrivano numerosissime, vale anche per le partenze anticipate: un pendolare non può perdere il treno solo perché ha il torto di essere “troppo” puntuale”.