Dati in controtendenza dal sondaggio dell’associazione di categoria aderente al sistema ricettivo di Confcommercio Trentino
Trento – Gli associati di Trentino Appartamenti, sindacato del ricettivo di UNAT – Unione Albergatori inerente gli alloggi turistici, sono stati recentemente invitati a rispondere ad un breve questionario online sulla comparazione dell’andamento stagionale tra l’estate 2023 e quella del 2022. «Le numerose risposte pervenute al nostro sondaggio – spiega il presidente dell’Associazione Trentino Appartamenti Maurizio Osti – hanno permesso di tracciare uno spaccato realistico della vacanza in appartamento in Trentino. Emergono in particolare alcuni dati quasi inaspettati ed in controtendenza con quelli resi pubblici da Trentino Marketing qualche settimana fa: la maggior parte dei soci, negli appartamenti turistici trentini, rileva addirittura un incremento delle presenze. Da evidenziare che anche ove si sia registrato un calo di presenze, l’introito non è comunque diminuito rispetto all’estate precedente. Ciò testimonia l’avvenuto aumento medio dei prezzi del soggiorno. Un altro dato di rilievo che emerge è la pratica sempre più diffusa e consolidata di affidarsi ai portali online di prenotazione per agganciare la potenziale clientela».
Entrando nel dettaglio del sondaggio, la prima domanda riguardava appunto l’andamento delle presenze rispetto all’anno precedente. Ben il 66,6% di coloro che hanno risposto riferiscono di aver avuto un aumento. Fra questi, il 53,8% dichiara un aumento fino al 5%, il 38,5% tra il 5% e il 10% mentre il 7,7% addirittura tra il 10% e il 15%. È stato quindi chiesto loro di specificare il fattore che, a loro giudizio, avrebbe maggiormente favorito questo aumento. C’era la possibilità di indicare più risposte. La stragrande maggioranza ha segnalato quale fattore decisivo il bel tempo. Quasi la metà ha rilevato il ruolo determinante dell’utilizzo dei portali di booking online (quali Booking. com, Airbnb, Expedia, etc.). Quattro su 10 indicano il monitoraggio delle tariffe, dimostrando in tal modo di attuare vere e proprie pratiche di revenue management. Uno su 3 cita le campagne promozionali di Trentino Marketing, mentre le azioni specifiche intraprese dalla specifica azienda di promozione territoriale di riferimento sono state menzionate solo da 1 su 4. Meno di 1 su 10 ha dato rilievo a fattori quali il caso, la Trentino Guest card e i vari eventi di richiamo presenti sul territorio.
Il 33,3% di coloro che invece hanno indicato una diminuzione delle presenze ha specificato che essa si è attestata tra il 5% e il 10%. Stessa percentuale per chi l’ha quantificata tra il 10% e il 15%. Il 16,7% ha registrato una diminuzione fino al 5% mentre altrettanti si sono dovuti confrontare con un calo di presenze fra gli ospiti ben oltre il 25%. Anche chi ha asserito di avere avuto una diminuzione è stato invitato ad individuare le cause (anche multiple). Il 42,9% le ha individuate nel rincaro dei mutui che ha tolto potere di acquisto alle famiglie, nell’inflazione, ossia nella minor capacità di spesa da parte della clientela e nella mancanza dei turisti esteri. Anche il brutto tempo all’avvio della stagione estiva (in particolare le piogge nei mesi di giugno e luglio) ha giocato un ruolo determinante. Nonostante il calo delle presenze però uno su due ha mantenuto un livello di incassi paragonabile al 2022.
L’ultima domanda del sondaggio riguardava la modalità di prenotazione più utilizzata dagli ospiti. Il 36,8% ha indicato le OTA (ossia i già menzionati portali settoriali Booking.com, Airbnb, Expedia etc.), il 26,3% lo scambio di contatti intercorso per posta elettronica. Il 21,1%, ed è comunque un dato di rilievo, ha lavorato con clienti fidelizzati. Solo il 15,8% ha riferito di aver avuto ospiti per il tramite dell’Apt locale.