“La situazione parla da sola: non si può vivere in 14 in un container. La Diocesi mette a disposizione da subito 22 posti a S. Nicolò”
Rovereto – L’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi ha visitato mercoledì mattina il campo profughi a Marco di Rovereto. Accompagnato dall’assessore provinciale Luca Zeni, dai responsabili di Cinformi e della Croce Rossa, monsignor Tisi ha potuto verificare le condizioni in cui sono ospitati, attualmente, 237 richiedenti protezione internazionale. Ha passato in rassegna gli spazi comuni – un’aula scolastica, la mensa, un locale ricreativo – per poi soffermarsi a lungo all’interno di uno dei container, ciascuno dei quali con quattordici posti letto su strutture a castello, in spazi oggettivamente ristretti. Qui ha potuto ascoltare le ragioni di uno degli ospiti.
La Diocesi mette a disposizione 22 posti, altri 9 a breve
Con l’arcivescovo Lauro, mercoledì mattina a Marco, anche Roberto Calzà e Cristian Gatti, direttori rispettivamente di Caritas e Fondazione Comunità Solidale, le due realtà diocesane che gestiscono l’accoglienza dei migranti. Monsignor Tisi, anche a seguito della visita al campo di Marco, rilancia un appello alle comunità cristiane: “Ho parlato con i ragazzi ospitati al campo e mi porto dentro le loro problematiche esistenziali, che vanno ben oltre il disagio di un container. Anche nel pensare una ricollocazione, bisogna tener conto dei percorsi di integrazione e formativi che in molti casi sono già stati avviati sul posto”.
“Da parte mia e anche dei preti che sono impegnati in questi giorni nella formazione a Villa Moretta, c’è piena apertura, come dimostra il fatto che abbiamo già messo a disposizione una ventina di canoniche in Trentino. Dobbiamo però lavorare ancora sulle nostre comunità, per accrescere la disponibilità all’accoglienza, già riscontrata, e vincere eventuali paure che si sfaldano solo con l’incontro.
Il mio intento – conclude Tisi – è far di tutto per invitare le comunità ad aprirsi”.