Come già avvenuto per altri quattro casi in passato che hanno portato all’espulsione dal Trentino di altrettanti immigrati, si torna a chiedere che chi viola le regole del vivere civile che la comunità si è data e attenta alla sicurezza dei cittadini venga definitivamente allontanato.
"Non possiamo accettare il mancato rispetto delle regole che la nostra comunità si è data da parte di gruppi di persone che sono ospiti del Trentino – ha detto Dellai – . Il diritto all’accoglienza e alla protezione non può e non deve tradursi nello stravolgimento della nostra convivenza e nella minaccia alla sicurezza dei cittadini di questo territorio.
Quello alla sicurezza è un diritto fondamentale: chi lo viola deve essere espulso dal Trentino. Quello che abbiamo chiesto oggi al Prefetto e al Questore è che si attivino in questo senso, in coerenza con quando da noi concordato nel momento dell’inizio del progetto di accoglienza delle quote di profughi assegnato dal Governo al nostro territorio."
"Chiedere l’abolizione dell’Assessorato alla Solidarietà a causa degli scontri tra immigrati accaduti in questi giorni a Trento è come chiedere l’abolizione dell’Assessorato alla Sanità perché si è verificata un’epidemia di influenza". Questa è la risposta del Presidente della Provincia autonoma di Trento, alla nota diffusa dalla Lega Nord del Trentino. Al contrario – ha proseguito Dellai – i gravissimi episodi di questi giorni costituiscono eccezioni inaccettabili ad una regola che invece, nella stragrande maggioranza dei casi, è rappresentata da una situazione di positiva integrazione delle diverse migliaia di cittadini stranieri nel contesto locale. Questa integrazione è frutto della buona volontà delle persone ma anche delle politiche pubbliche e, tra queste, di quelle messe in campo dall’Assessorato provinciale guidato da Lia Giovanazzi Beltrami. Quanto ai comportamenti di un gruppo di stranieri facenti parte dei 200 circa profughi ospiti del Trentino, il Presidente Dellai ricorda che il potere di espulsione non è certo in capo alla Provincia o al Comune di Trento, ma è in capo agli organi dello Stato: in questo senso la richiesta di espulsione è già stata avanzata nel corso dell’odierna riunione del Comitato provinciale per l’Ordine Pubblico dal Presidente e dall’Assessore Giovanazzi Beltrami, in analogia a quanto richiesto e ottenuto in simile circostanza verificatasi qualche mese fa. Solidarietà e rigoroso rispetto delle regole sono sempre state, infatti, le coordinate perseguite dalla Provincia di Trento.
Il Presidente Dellai ricorda inoltre proprio a chi intende strumentalizzare queste vicende che questo gruppo di profughi non è certamente in Trentino su invito della Giunta provinciale. "Si trova qui – ricorda Dellai – perchè durante l’emergenza nazionale connessa con gli sbarchi a Lampedusa e in altre località l’allora Ministro degli Interni Roberto Maroni, a nome del Governo allora in carica, decise di attribuire ad ogni Regione, Trentino compreso, l’obbligo di accoglienza di un numero di profughi proporzionato al numero degli abitanti. Il Trentino ha immediatamente accettato, come tutte le Regioni, di collaborare responsabilmente, ma fin dall’inizio ha chiesto allo Stato di usare tutti gli strumenti disponibili per prevenire e reprimere comportamenti illegali o socialmente allarmanti. Ed è esattamente ciò che il Trentino chiede anche oggi".