Per continuare a percepire la Cassa Integrazione, si erano ben guardati dal comunicare la nuova occupazione all’Ente Previdenziale. Fra questi c’era chi in un anno è riuscito a percepire indebitamente un importo netto pari ad 84 mila euro in quanto rientrante nel piano di mobilità adottato da una compagnia aerea con sede in Italia e 108 mila euro da una compagnia aerea sita in Medio Oriente presso la quale si era fatto assumere come comandante di Airbus.
L’attività investigativa sviluppata dai finanzieri della Sezione Spesa Pubblica di Verona, si è incentrata soprattutto su un’analisi delle informazioni riguardanti i piloti di aerei percettori di ammortizzatori sociali, sulla base delle richieste inoltrate a varie sedi provinciali Inps, per lo più nel Nord Italia. Questi dati sono stati incrociati con le informazioni attinte dalle banche dati di rilievo internazionale in uso alla Guardia di Finanza. Questo ha permesso di portare alla luce la posizione dei tre piloti che, confidando nell’impossibilità di essere scoperti, prestavano la propria opera in paesi stranieri.