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“Ghost Shower”, Truffa box doccia agli anziani: Carabinieri di Canal San Bovo arrestano un veneto che “catalogava” i disabili

Dopo le decine di segnalazioni dei mesi scorsi, dal Primiero Vanoi ma anche da tutto il Veneto, i Carabinieri di Canal San Bovo hanno fermato il presunto responsabile di numerose truffe a Nordest. L’uomo catalogava le vittime per disabilità

Nordest – I Carabinieri l’hanno ribattezzata operazione “Ghost shower”, doccia fantsma. Dopo quasi un anno di lavoro, sono arrivati all’arresto di Ivan Bianco (nella foto), 57 anni, originario di Venezia, fermato dai Carabinieri di Canal San Bovo e dalla Compagnia di Cavalese.

Sono ben 185 gli anziani truffati nel NordEst (5 solo nel Vanoi). Il 57enne veneziano vendeva loro finti box doccia e spariva a lavori iniziati. Incassati almeno 500.000 euro. Gli uomini del luogotenente Biagio Ficco, Comandante della stazione di Canal San Bovo in stretta sinergia con il Capitano Enzo Molinari, Comandante Compagnia Carabinieri di Cavalese, hanno consegnato alla giustizia, il truffatore seriale che ingannava gli anziani del Nordest.

L’accusa è di avere commesso almeno 185 truffe, tutte ai danni di persone anziane, malate, o disabili, nelel zone di Trento, Belluno, Feltre, Treviso, Venezia e Vicenza, con capatine anche a Ferrara e Udine.

L’uomo, attraverso l’impresa individuale Nord Italia Services – attiva dall’inizio del 2014 – avrebbe intascato circa 20.000 euro al mese (i carabinieri ipotizzano 500.000 euro complessivi), promettendo interventi di ristrutturazione al bagno con la fornitura di sanitari attrezzati per anziani e disabili, come piatti doccia e vasche da bagno con speciali maniglie, senza però ultimare i lavori promessi, pur avendo intascato un cospicuo acconto, che normalmente si aggirava sui 1.500 – 2.000 euro.

La Conferenza stampa dei Carabinieri a Trento

Catalogava le vittime per disabilità

Bianco catalogava inoltre le persone secondo lo status o le diverse disabilità: ‘disabile’, ‘novantenne’, ‘senza una gamba’, ‘vedovo’, ‘in carrozzina’ e ‘parkinson’. Colpiva le fasce più deboli e ha truffato inoltre artigiani e anche il proprio call center.

L’attività è iniziata nell’ottobre del 2015 e i procedimenti sono ancora aperti. L’uomo, individuava le proprie vittime consultando l’elenco telefonico, che presenta ormai come utenti persone in età avanzata, e quindi proponeva l’installazione di un box doccia provvisto di specifici accessori per l’utilizzo da parte di persone invalide.

Poi si presentava nelle abitazioni individuate e attraverso raggiri, prospettava alle proprie vittime di realizzare i lavori pattuiti in un solo giorno e a prezzi particolarmente vantaggiosi al fine di far sottoscrivere i contratti di fornitura e posa in opera del materiale dietro il pagamento di un acconto.

Proprio grazie ad alcune denunce raccolte dalla stazione dei carabinieri di Canal San Bovo,  si apriva un’articolata azione investigativa coordinata inizialmente da Maria Colpani della Procura della Repubblica di Trento, prima del passaggio di competenza a Venezia, in quanto le forze dell’ordine accertavano movimentazione bancaria presso la Banca Popolare di San Donà. Un’azione che si è estesa poi su Belluno, Cortina, Venezia, Vicenza, Treviso e con alcuni casi anche a Udine e Ferrara.

La truffa

Venivano proposti dei contratti per la sostituzione della vasca da bagno, con un box doccia, innovativo più facilmente accessibile, anche da persone con difficoltà di deambulazione e meno rischioso. I carabinieri allertati dalle denunce fatte da alcuni anziani delle valli di Primiero e Vanoi, hanno successivamente scoperto che le truffe compiute, come spesso succede in questi casi erano molto più numerose e che la maggior parte delle vittime, anziani o invalidi locali, non avevano presentato denuncia per timore o vergogna. I militari dopo essere andati direttamente a domicilio delle varie persone truffate, hanno potuto appurare come il modus operandi fosse sempre lo stesso.

Decine di segnalazioni

Il malvivente, dopo aver attentamente scelto le case delle anziane vittime, con “sapienti ed abili artifizi e con maliziosi raggiri”, persuadeva le varie parti offese alla stipula dei contratti, convincendole con promesse ed argomentazioni sottili, senza le quali le vittime non avrebbero firmato, ingannandole quindi ed inducendole in errore, con la promessa di procedere nel minor tempo possibile con i lavori di installazione, ma di fatto limitandosi ad intascare l’acconto ed a rendersi irreperibile.

I militari consigliano di evitare di far entrare in casa sconosciuti, soprattutto se si è soli od anziani, in ogni caso non farsi mai prendere dalla fretta e piuttosto trattenere una copia del contratto senza firmarlo, per poterlo leggere con più calma, magari con l’aiuto di qualcuno.

I consigli dei Carabinieri per evitare truffe

La fretta: il truffatore è consapevole che il nostro cervello è in grado di processare solo una certa quantità di informazioni in un determinato lasso di tempo. Il poco tempo aiuta chi pone in essere la truffa a raggiare le persone che materialmente, non capiscono o perdono parti del discorso sapientemente propinato dal truffatore. Se si aggiunge che nella maggior parte delle volte, le offerte proposte sono a scadenza, devono essere colte al volo, ecco che nelle malcapitate vittime si ingenera una confusione tale, un bisogno di cogliere l’occasione, associato ad uno stress nel non avere tutti gli elementi, le conoscenze od i giusti confronti per valutare l’offerta, che porta le vittime a propendere per l’accettazione della proposta stessa.

Autorità: Il truffatore oltre che abile interlocutore è anche bravo attore, la maggior parte delle volte infatti sfrutta anche il principio dell’autorità, secondo il quale le persone che indossano abbigliamento elegante (o si fingono forze dell’ordine od incaricati del comune ecc..), distinto, utilizzando magari un lessico ricercato o forbito, sono più credibili, degni di maggior stima ed attenzione perché abbassano la nostra normale diffidenza, stimolando la naturale deferenza vero un’autorità.Tutto questo porta di nuovo a propendere per l’accettazione della proposta offerta.

Sorpresa/distrazione: La maggior parte della volte, soprattutto nell’attività porta a porta, l’effetto sorpresa viene utilizzato per mettere in difficoltà la vittima. Molte gente, anche se crede di essere particolarmente attenta, asseconda le proprie aspettative, nell’eventualità di qualcosa di imprevisto. L’imprevisto, la sorpresa o la distrazione vengono create abilmente dal truffatore che porta la vittima a propendere per l’offerta proposta.

Queste “leve” psicologiche, sono sempre presenti nelle truffe e devono servire da campanelli dall’allarme per evitare di cadere nei sapienti raggiri dei truffatori. I militari concludono che segnalare tempestivamente il passaggio di queste persone o l’eventuale truffa nella quale ci si è imbattuti, ricordando e comunicando all’operatore che riceve la chiamata i connotati fisici o magari l’auto e la targa utilizzata dai malviventi può aiutare in modo determinante le forze dell’ordine all’individuazione dei soggetti, ma soprattutto ad evitare il ripetersi delle stesse truffe magari nel quartiere o nel paese limitrofo.

Redazione:
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