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Turismo post Covid, lo studio: sostenibilità e salubrità sono priorità

Da Amsterdam, che promette di diventare entro i prossimi dieci anni la città dove gli unici mezzi di trasporto ammessi sono quelli a impatto zero, a Berlino, che entro il 2050 avrà ridotto di almeno l’85% le emissioni di anidride carbonica rispetto al 1990, passando per Oslo e il suo aeroporto green, dove la neve d’inverno viene stoccata per climatizzare d’estate la struttura, e Parigi, che sarà carbon neutral entro il 2050

NordEst (Adnkronos) – Sono alcune delle mete con best practice ambientali e di sicurezza sanitaria destinate a vedere crescere i flussi di viaggiatori nei prossimi anni. La domanda di turismo sta cambiando. La crisi climatica, da un lato, e le esigenze di sicurezza sanitaria, dall’altro, ridefiniscono i flussi e generano un nuovo assetto in cui l’Italia rischia di trovarsi impreparata, mentre la pandemia ha portato il 30% degli hotel del nostro Paese a restare chiusi e lasciato senza lavoro oltre 400mila addetti.

Il quadro emerge dalla nuova ricerca su Turismo & Salubrità di Giaccardi & Associati, lo studio di consulenza e data analysis specializzato in turismo che nei mesi dell’emergenza pandemica ha indagato trend e modalità dei flussi, puntando un faro sulle criticità e le best practice a livello nazionale e internazionale. “Il driver della bellezza, che ha caratterizzato l’offerta di vacanza nel nostro Paese, non è più sufficiente. I viaggiatori desiderano sentirsi sicuri prima di arrivare a destinazione, sono attenti alla sostenibilità sia ambientale che sociale rispetto alle comunità che li accolgono, sognano la vacanza come felicità e rigenerazione. Per questo è indispensabile ripensare il paradigma di offerta”, spiega il ceo dello studio, Beppe Giaccardi.

La nuova ricerca individua, in particolare, cinque nuovi pilastri ispirati al concetto di antifragilità (l’attitudine a migliorarsi reagendo a fattori esterni, teorizzata da Nassim Nicholas Taleb) per imprese e destinazioni turistiche e un paradigma inedito per la programmazione post-pandemia. I cinque pilastri sono: Consapevolezza dei rischi e delle precauzioni, Conoscenza delle nuove sensibilità ed esigenze della domanda, Green e digitale integrati, Sostenibilità come pratica centrale dell’economia del turismo e Bisogno di socialità come nuova risorsa.

“La novità del paradigma di programmazione e promo-commercializzazione è integrare il fattore Bellezza, driver fondamentale di attrazione dell’Italia, con i fattori Sostenibilità, Safety e Reputazione per sviluppare e offrire vacanze di rigenerazione di corpo e mente, quindi star bene, quindi salubrità come nuovo stile di vita”, aggiunge Giaccardi.

Sono già su questa nuova direzione, secondo l’indagine, le policy Iata e della Ce con il cosiddetto green pass per rilanciare i viaggi internazionali; le 10 innovazioni dell’offerta proposte dall’Osservatorio Business Travel del Politecnico di Milano; i nuovi 5 trend della Vision+21 ‘Scientific Well Being’ pubblicati da Ieg-Italian Exhibition Group che organizza il Ttg di Rimini, la più importante fiera professionale del turismo di metà ottobre in Italia e che ha proposto il tema Be-confident per la prossima edizione, a ottobre.

“Lo strumento green pass – sottolinea Giaccardi – è quindi il primo passo per rilanciare il turismo internazionale di cui l’Italia ha bisogno e per costruire strategie di destinazione con al centro le persone, la loro incolumità e il loro desiderio e piacere di star bene per tutto l’anno”. L’indagine Turismo e Salubrità punta un faro su 72 casi studio in Italia e in Europa (città metropolitane, città d’arte, mete turistiche, grandi festival ed eventi culturali) e innesca una riflessione concreta su come sviluppare nuova accoglienza in modo sensato rispetto alla nuova domanda di viaggio e vacanza per rilanciare l’economia del turismo in Italia che, nel 2020, ha pagato un prezzo altissimo alla crisi da virus con il 30% degli hotel che non hanno aperto e oltre 400 mila lavoratori rimasti senza lavoro.

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