Diciotto stanze accolgono oltre 100 costumi, di scena dei film di Citti, Lattuada, Faenza, Fellini, Pasolini e Zeffirelli
La mostra ‘Trame di cinema. Danilo Donati e la Sartoria Farani: i costumi nei film di Citti, Lattuada, Faenza, Fellini, Pasolini, Zeffirelli’ propone la straordinaria collezione di costumi di scena disegnati da una grande maestro del cinema, il due-volete Premio Oscar Danilo Donati (vincitore per i costumi di Romeo e Giulietta di Zeffirelli nel 1969 e per il Casanova di Federico Fellini nel 1977) nel corso della sua lunga carriera di scenografo e costumista, realizzati dalla storica Sartoria Farani di Roma, oggi diretta da Luigi Piccolo, che firma la curatela della mostra.
Nello spazio espositivo della dimora dogale dei Manin, la carriera professionale di questo artista (nato a Suzzara nell’aprile del 1926 e morto a Roma nel 2001) verrà ripercorsa attraverso i costumi di scena realizzati per alcuni dei grandi maestri del cinema italiano: da Federico Fellini a Pier Paolo Pasolini, da Franco Zeffirelli ad Alberto Lattuada, Sergio Citti e Roberto Faenza.
Le diciotto stanze che costituiscono il suggestivo percorso espositivo di Villa Manin accoglieranno gli oltre cento costumi restaurati e perfettamente conservati nella collezione della storica sartoria fondata da Piero Farani a Roma alla fine degli anni cinquanta. Il percorso espositivo sarà arricchito da un ampio materiale iconografico con gli ingrandimenti fotografici degli scatti realizzati sui set e la proiezione di celebri sequenze.
Entrare in mostra sarà come rivivere le atmosfere del set, un vero e proprio viaggio ‘dentro’ il cinema a contatto con insuperati protagonisti, che hanno vestito gli abiti visionari, sontuosi e geniali di Danilo Donati: dal Totò pasoliniano di ‘Uccellacci Uccellini’ al Richard Burton della ‘Bisbetica domata’ di Zeffirelli (nomination all’Oscar per i costumi nel 1968) alle marsine indossate da Donald Sutherland nel ‘Casanova’ di Fellini’ a una splendida Silvana Mangano nella tunica millenaria di ‘Giocasta’, nell”Edipo Re’ di Pasolini, fino al frac blu di Marcello Mastroianni in ‘Intervista’ o, sempre di Fellini, uno degli abiti dei suoi eccentrici ‘Clown’.
Nello specifico, la selezione dei film che costituiranno il fil rouge dell’avventura artistico – artigianale dell’accoppiata Danilo Donati/Sartoria Farani, in tutto diciotto tra i migliori lavori del cinema italiano, comprende innanzitutto alcuni dei capolavori di Federico Fellini: da ‘Fellini Satyricon’ (1969) a ‘I Clowns'(1970) da ‘Amarcord’ (1973) a ‘Intervista’ (1987) fino a ‘Casanova’ (1976) che un anno dopo gli valse la statuetta dell’Oscar.
Di Alberto Lattuada si potranno ammirare gli abiti indossati da Philippe Leroy in ‘La mandragola’ (1965) nomination all’Oscar del 1967, mentre per ‘La bisbetica domata’ (1967) di Franco Zeffirelli – nomination premio Oscar per i costumi nel 1968 – ci saranno gli abiti vestiti da Richard Burton. Di Sergio Citti, allievo prediletto di Pier Paolo Pasolini, si potranno ammirare i costumi carnevaleschi del suo film d’esordio ‘Storie scellerate’, mentre di Roberto Faenza si vedranno gli abiti che, con il film ‘Marianna Ucrìa’, gli consentirono di ricevere nel 1997 il premio David di Donatello.
Grande spazio verrà dedicato al sodalizio con Pier Paolo Pasolini di cui Danilo Donati, assieme alla Sartoria Farani, realizzò gli abiti di praticamente di tutti i suoi film, ad esclusione dei costumi per Medea (che furono disegnati da Piero Tosi e realizzati dalla Sartoria Tirelli). Il viaggio nel mondo cinematografico di Pier Paolo Pasolini consentirà di vedere la giacchetta di lana indossata da Totò in ‘Uccellacci e uccellini’ (1966), i bellissimi costumi dei sacerdoti, dei magi e degli apostoli de ‘Il Vangelo secondo Matteo’ (1964) per i quali la fonte d’ispirazione fu la pittura di Piero Della Francesca, gli abiti dei soldati protagonisti del sogno del martirio in Porcile (1969), i costumi ‘di arcaica bellezza’ indossati da Silvana Mangano/Giocasta e dagli altri protagonisti in ‘Edipo re’ (1967).
Per non parlare dei magnifici abiti realizzati per la celebre ‘Trilogia della vita’: da ‘Il Decameron’ (1970) ancora con Silvana Mangano nei panni della Madonna, a ‘I racconti di Canterbury’ (1971) con l’abito indossato da Pasolini stesso fino a ‘Il fiore delle mille e una notte’ (1973) che il regista girò in Marocco e nello Yemen. La mostra si chiude sulle immagini di ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’ (1975) l’ultimo film di Pier Paolo Pasolini con cui si interrompe prematuramente la collaborazione fra questi due grandi artisti.