La decisione presa la settimana scorsa dalla Consulta in materia previdenziale potrebbe costare alle nostre finanze oltre 16,6 miliardi
NordEst – L’importo complessivo, che l’Inps rischia di restituire ai 5 milioni di pensionati che hanno subìto il mancato adeguamento Istat disposto dal governo Monti con il “Salva Italia”, è stato calcolato al netto dell’Irpef.
Sempre dall’analisi elaborata dalla CGIA si evince che il blocco avvenuto nel 2012-2013 ha interessato i pensionati che percepiscono un assegno mensile netto superiore a 1.088 euro.
“Pare di capire – sottolinea il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – che il Governo non darà luogo ad alcuna manovra correttiva per recuperare le risorse da restituire ai pensionati. Se questa posizione dovesse essere confermata, come si farà fronte a questa situazione visto che solo per sterilizzare le clausole di salvaguardia previste per l’anno prossimo il Governo dovrà tagliare la spesa pubblica di almeno 16 miliardi di euro ?”
Il risultato di questa elaborazione è stato raggiunto in base ai dati sulle pensioni riferite al 2012. I calcoli, come sottolineato più sopra, sono al netto dell’Irpef che dovrà essere trattenuta sulla quota pensionistica recuperata.
Per ogni scaglione pensionistico si è stimato l’importo medio.
Ricordiamo che la Consulta ha dichiarato incostituzionale la norma del decreto “Salva Italia” che non riconosceva la rivalutazione per gli anni 2012-2013 degli assegni di importo superiore di tre volte il trattamento minimo.
Sono stati calcolati anche gli effetti sul 2014-2015, poiché l’attualizzazione relativa a questo biennio è stata effettuata su un importo mensile minore, proprio a seguito della normativa dichiarata incostituzionale.