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Un albero di speranze, sogni e desideri: è l’originale iniziativa della dottoressa Capraro a Primiero

“Un Uomo che ha conosciuto il Dolore mi ha regalato questo alberello…” Un pennarello nero, una scatola di decorazioni di carta rossa, un’opera artigianale di legno che testimonia abilità e tanta passione…

di Liliana Cerqueni

Primiero (Trento) – Siamo nella sala d’attesa di uno studio medico, dove una lettera di presentazione della dottoressa Giovanna Capraro e di Cristina Piechele, sua assistente, spiega il senso di questo particolare segno delle Feste natalizie, presente sul tavolino.

“Un Uomo che ha conosciuto il Dolore mi ha regalato questo alberello. Le sue mani hanno asciugato molte lacrime ma non si sono fermate: hanno continuato a creare cose belle e noi adesso le possiamo apprezzare. Io lo ringrazio moltissimo per il suo dono, ma ancora di più per il suo esempio straordinario. Voi, che cosa mettereste sotto l’Albero di Natale per Voi stessi, per la Vostra famiglia, per quest’uomo? Scrivetelo su di un globo, appendetelo e addobbiamo insieme il nostro Albero di Natale… Grazie! Giovanna e Cristina vi augurano di cuore un sereno Natale! Scrivi sul globo una parola per te importante o una frase. Alcuni globi hanno già scritto un regalo, lasciali per coloro che non possono scrivere. Se il tuo regalo c’è già sull’albero, scrivilo lo stesso, diventerà più grande. Appendi il tuo globo!”

In un luogo che rappresenta e ospita per definizione l’attesa trepidante, qualche volta la presenza asettica e indifferente di chi non vuole mescolarsi col dolore degli altri, spesso la sofferenza non condivisa e vissuta nell’isolamento, ma anche la speranza, il coraggio, la forza, ecco spuntare un’iniziativa che riassume tutte le emozioni che in questa stanza si respirano, si intuiscono, si leggono sui volti di chi entra ed esce, si ferma su quelle poltroncine e si guarda attorno, scambia qualche parola o si trincera dietro il silenzio.

E sui rami dell’alberello di legno sono comparsi uno alla volta i messaggi di chi ha voluto esprimere un desiderio, lasciare un augurio, regalare preziose parole che noi, gente di montagna, fatichiamo a pronunciare ma abbiamo ben chiare e impresse nella nostre interiorità. Fogli sagomati di carta rossa e gialla su cui campeggiano parole come rispetto, amore, compassione, pace, salute, fortuna, realizzazione dei propri sogni, auguri per trasferimenti e sistemazione, serenità, speranza di un lavoro, vicinanza a chi è solo, nuove opportunità, scritte superando il riserbo iniziale.

In un’epoca in cui creiamo distanze, ci muoviamo nella diffidenza e nei pregiudizi, ci chiudiamo nei nostri piccoli mondi egoistici, questa iniziativa non può che farci sperare come sia ancora possibile creare comunità, abbattere solitudini, riconoscere nell’altro un valore, prestare attenzione a tutte le voci. E usare la parola ‘amore’ per ciò che rappresenta davvero.

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