Il via libera martedì mattina dal Rettorato di Trento. In Veneto accordo con Padova e Verona per assunzione specializzandi
Trento – Il Comitato provinciale di coordinamento riunitosi in Rettorato a Trento, ha dato il via libera al progetto di un corso di studi Medicina e Chirurgia a Trento. Si tratta di un risultato importante per il quale la Provincia autonoma di Trento, per voce del suo assessore all’Università Mirko Bisesti, e l’Università di Trento, con il rettore Paolo Collini esprimono forte apprezzamento, dopo settimane di confronto serrato, intenso ma sempre leale, tenuto conto dell’importanza della posta in gioco. A testimonianza del valore del gioco di squadra che ancora una volta ha consentito di valorizzare le risorse dell’autonomia e le sue peculiarità distintive.
Resta ferma la volontà di attivare un progetto comune che preveda una effettiva e rilevante cooperazione accademica che possa ricomprendere gli atenei di Trento, Verona e Padova. Tenuto conto delle modalità e dei tempi di accreditamento del nuovo corso di Medicina – che per l’anno accademico 2020/21 può essere ottenuta dal corso interateneo UniTrento/UniVerona approvato dai rispettivi organi di Ateneo – le tre università e la Provincia autonoma di Trento hanno concordato di attivare sin d’ora un tavolo di lavoro per definire ruoli, modalità e tempi per il coinvolgimento di UniPadova nel rispetto delle reciproche competenze, a partire dall’anno accademico successivo (2021-2022).
Grazie al coinvolgimento degli atenei di Padova e di Verona che si sono resi disponibili, è stato peraltro confermato il comune obiettivo di anticipare la presenza – su base volontaria – degli studenti e delle studentesse trentini/e frequentanti tali università nella fase finale dei corsi di studi presso le strutture della APSS di Trento già a partire dal prossimo anno accademico, ampliando quanto già previsto dalla convenzione dell’Università di Verona per la medicina generale.
Infine, si auspica che la progettualità della Scuola di Medicina di UniTrento possa trovare terreno fertile all’interno della macroarea dell’Euregio, mediante la collaborazione con le istituzioni competenti per soddisfare le esigenze della popolazione che insiste su questo ambito territoriale.
Specializzandi, Via libera in Veneto
“Con questa firma diamo una risposta alla carenza di medici nelle nostre corsie e, contemporaneamente, segniamo anche un cambiamento di cultura perché, grazie a questo accordo, l’accademia si diffonde nelle strutture sanitarie sul territorio. Il Veneto si conferma sempre in grado di dare non solo risposte ai suoi cittadini, ma anche di qualità; è veramente una giornata storica”. Così il presidente della regione del Veneto, Luca Zaia, ha sottolineato la sigla dell’intesa con il rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, e quello dell’Università di Verona, Pier Francesco Nocini, per l’adozione degli accordi che completano il quadro giuridico grazie al quale le Aziende Ulss e Ospedaliere del Veneto potranno avviare concretamente l’assunzione dei medici in formazione presso le scuole di specialità dei due atenei (iscritti all’ultimo anno del corso o al penultimo in caso di durata quinquennale). Un provvedimento che consente di intervenire con un valido supporto agli organici dei professionisti nei reparti dove maggiormente si registra la carenza di medici.
All’incontro erano presenti anche l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, e i presidenti delle Scuole di Medicina dei due atenei, Stefano Merigliano e Domenico De Leo. “Noi siamo qui a difendere le nostre scuole di specialità e l’elevato livello di formazione che assicurano – prosegue Zaia – a riguardo, confermo che siamo pronti ad incrementare le borse di studio che sosteniamo ogni anno. Su questa linea, oggi avviamo un progetto formativo innovativo per gli specializzandi degli ultimi anni che ora possono svolgere, nell’ambito del loro iter didattico e per un periodo ben definito, trentadue ore a settimana con un contratto regolare, direttamente negli ospedali del territorio.
L’accordo con Padova e Verona riguarda già 197 medici studenti, specializzandi in varie discipline, che avranno unno stipendio di 2.300 euro mensili. Per il Veneto è un onore avere il mondo accademico medico che si inserisce sempre di più nel suo sistema sanitario, un network fatto di 68 ospedali, dove vengono erogate 80 milioni di prestazioni all’anno”. Le aziende e gli enti del Servizio Sanitario Regionale possono già procedere fino al 31 dicembre 2021 all’assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato (che si trasformerà in indeterminato al conseguimento del diploma) di coloro che sono collocati in graduatoria. Gli specializzandi degli atenei di Padova e Verona già assumibili sono 197. Ma sono previste ulteriori novità. Nel nuovo patto per la salute è previsto che sia prorogata fino al 31 dicembre 2022 la possibilità di assumere gli specializzandi del quarto e quinto anno consentendo, inoltre, di coinvolgere gli iscritti ad un anno precedente. Questo significa che ai concorsi futuri potranno partecipare anche i frequentanti del terzo anno.