Ai molti appassionati di montagna, non è passata inosservata la foto pubblicata dal supplemento del ‘Corriere della sera’ che continua a richiamare l’attenzione in rete. Baita Segantini in Val Badia?
Passo Rolle (Primiero/Trento) – Val Badia o Passo Rolle, questo è il dilemma.
‘Il sole sorge sul meraviglioso scenario dei monti dolomitici dell’Alta Badia, un comprensorio sciistico che include San Cassiano, La Villa, Pedraces e Corvara’ si legge nella dida a pagina 114 del settimanale ‘Sette’ del Corriere della sera, che dedicava ampio spazio alla località.
Difficile però, per un amante delle Dolomiti, non riconoscere uno dei tramonti che ti restano per sempre nel cuore, quando lo vedi per la prima volta.
Meravigliosa certo la Val Badia d’inverno, ma unico e inconfondibile, ci spingiamo a dire anche inimitabile, è il calar del sole al cospetto di sua maestà il Cimon della Pala, più noto anche come il Cervino delle Dolomiti a passo Rolle, nella valle di Primiero, Trentino orientale. Tema scelto anche come sfondo di innumerevoli pc nel mondo.
Le reazioni in rete
Ecco allora che la pubblicazione di questi giorni sul supplemento nazionale ‘7 del Corrierone’, non è passata inosservata tra le Dolomiti trentine. Proprio quando debutta la nuova ‘Pro Loco di Passo Rolle’ che intende ricordare la figura di Alfredo Paluselli a 50 anni dalla scomparsa e la sua splendida Baita tra le montagne incantate del Trentino.
I commenti sui gruppi Whatsapp e su facebook, in queste ore non lasciano spazio alle interpretazioni: si tratta certamente del Gruppo delle Pale di san Martino. Dubbi vengono sollevati anche sull’orientamento della stessa foto pubblicata, come documentano altri scatti originali. Lasciamo a voi e a chi conosce bene la zona, il verdetto finale.
Una immagine, che non passa certamente inosservata ai più: era successo con molte altre zone turistiche italiane, molto prima.
Per non confondere però le copie con l’originale, non vi resta che scoprire il magico mondo di passo Rolle, tra le Dolomiti trentine, dove d’inverno al tramonto, si ritrova il fascino di un vero turismo d’altri tempi.
Tra storia, arte e poesia
Quella Baita Segantini costruita nel lontano 1936 dall’artista e alpinista Alfredo Paluselli che qui visse in solitudine per 35 lunghi anni, a contatto con le forze della natura che lo ispiravano nelle sue creazioni pittoriche e poetiche.
Paluselli realizzò Baita Segantini ricavandola da un secolare tabià di Bellamonte che acquistò, smontò, trasportò con il carro e ricostruì lì dove ora sorge la baita. Prima di fare questo dovette tracciare con badile e piccone la strada che ancora oggi sale fino a lì, ricavata da un vecchio percorso risalente alla Prima guerra mondiale. Deviando un piccolo riocreò anche un piccolo laghetto proprio di fronte alla nuova costruzione. Il suo desiderio era di poter ammirare la sua baita riflessa in quelle acque assieme al panorama unico delle Pale di San Martino e soprattutto del suo amato Cimon della Pala.Il trekking che porta a Baita Segantini è uno dei più classici di tutte le Dolomiti, una facile gita che porta in luoghi affascinanti, la baita è famosa per la sua storia, per la sua posizione incredibilmente panoramica e per la centralità rispetto a molti bellissimi percorsi. L’immagine esteticamente perfetta del riflesso della baita nelle acque del piccolo laghetto di fronte alla costruzione, assieme al panorama unico delle Pale di San Martino sono uno dei panorami più famosi e più fotografati di tutte le Dolomiti.
Ai piedi del Cimon della Pala (3184 metri), della Vezzana (3192 metri) e del Mulaz (2906 metri), anche il giornalista e scrittore – sempre del ”Corriere’ – Dino Buzzati, molti anni prima, si chiese ad alta voce durante le sue escursioni in quota: “Ma le Dolomiti cosa sono? Sono pietre o sono nuvole? Sono vere oppure è un sogno?”
Non vi resta che scoprirlo… Baita Segantini vi attende, ma non come turisti, come Ospiti!
Nella prima foto le montagne sono alla rovescia