La Protezione civile trentina si è ritrovata a Piedicastello come una grande famiglia per ricordare Vaia, la tempesta che ha cambiato volto e identità alle foreste di questa terra e a molte delle sue comunità
Trento – Una famiglia che in quei giorni terribili di fine ottobre 2018 ha saputo fare squadra ed ha dato il meglio di sè.
Sotto il tendone della piazza di Piedicastello, e in serata durante la messa officiata dal vescovo Lauro Tisi, è stato il momento per riflettere, per elaborare collettivamente quella tragedia naturale e umana, che costò la vita a due persone, Michela Ramponi e Denis Magnani, e in seguito al boscaiolo Paolo Valenti, ma anche per dire “grazie” a quanti si sono prodigati per lenire le ferite della tempesta, ancora visibili e riassunte in un video, le cui drammatiche immagini hanno aperto la commemorazione di oggi pomeriggio a Piedicastello. Un ringraziamento di cui si è fatto interprete il presidente della Provincia Maurizio Fugatti.
Vaia, vescovo Lauro: “Nella devastazione, abbiamo scoperto la forza del noi”
Presenti tutti i corpi
Riuniti sotto il tendone allestito nella piazza del sobborgo di Trento c’erano tutti i Corpi della Protezione civile, parlamentari, consiglieri e sindaci trentini, autorità civili, religiose e militari, comuni cittadini. Una cerimonia che si accompagna alle molte iniziative che, a un anno da Vaia, si sono svolte e sono in programma in questi giorni: dopo Montagnaga di Pinè, nei prossimi giorni a Novaledo e martedì 29 ottobre a Dimaro, il centro più colpito.
“In quei momenti – ha affermato il presidente Maurizio Fugatti – il Trentino ha saputo fare squadra, ha retto il colpo pesante ricevuto, ed ha saputo poi operare per la ricostruzione.” Fugatti ha riassunto in pochi numeri quel tremendo colpo: 4 milioni di metri cubi di piante abbattute, 1700 chilometri di sentieri scomparsi, 1500 chilometri di strade forestali distrutte, un danno complessivo di 372 milioni, di cui 240 riconosciuti dal governo nazionale. “Un evento paragonabile all’alluvione del 1966 – ha detto Fugatti – che costò allora 22 vittime ma che comportò “solo” 700 mila metri cubi di legname abbattuto. Quell’evento ci insegnò tanto, il Trentino seppe anche allora reagire, ma oggi, dopo Vaia, dobbiamo dire che se non ci fossero stati gli investimenti fatti in passato il danno sarebbe stato sicuramente maggiore. È cresciuta una coscienza civica in Trentino.”
Dopo aver ricordato come la Provincia, all’indomani della tempesta, abbia incaricato una struttura ad hoc per gestire la fase della ricostruzione e come si sia dato vita ad una commissione, il presidente ha voluto ringraziare all’inizio del proprio intervento l’ex presidente Ugo Rossi: “Fu un momento di forte unità anche istituzionale, la preoccupazione era tanta ma c’era la consapevolezza della capacità del Trentino di affrontare la situazione. Ricordo due episodi – ha proseguito Fugatti – un giovane Vigile del fuoco della Val dei Mocheni, i suoi occhi stravolti dalla fatica che dicevano quanto avesse lavorato, ed un altro Vigile del fuoco che mi indicò la lamiera di un tetto volata via per centinaia di metri. I nostri uomini hanno rischiato in quei momenti che un artigiano ha definito “eterni”. Il Trentino dunque ha saputo dare il meglio.”
Facendo riferimento alle inevitabili inchieste promosse dalla magistratura dopo Vaia, Fugatti ha voluto “difendere” l’operato della Protezione civile: “I nostri uomini e i nostri amministratori hanno sempre lavorato per il bene e la tutela del territorio e delle persone con la massima responsabilità e coscienza.”
Un momento per riflettere, dunque, e per dire che “quei momenti di forte unità del Trentino devono essere un esempio per i giovani, affinché sappiano prendere e conservare quello spirito.” Un messaggio rappresentato dal simbolico passaggio generazionale vissuto sul palco tra Donato Nardin, 95 anni, ex dirigente provinciale dei Bacini Montani, e Giorgia Bassetti, una giovane Vigile del fuoco di Novaledo.
In occasione della commemorazione della tempesta Vaia, la Fondazione Museo storico del Trentino ha realizzato presso la Galleria nera l’installazione ‘UN ANNO DA VAIA. Dall’alluvione del ’66 al racconto sui social’. Attraverso alcuni filmati i due eventi vengono accostati mostrandone le conseguenze drammatiche in termini di lutti e danni ma anche la risposta che l’intero Trentino ha saputo dare. Emerge inoltre chiaramente come l’urgenza di raccontare accadimenti straordinari, pur con strumenti e linguaggi diversi sia una costante nel tempo.L’installazione sarà visitabile nella Galleria nera, dove è ospitata la mostra ‘Usavamo la cinepresa’, a partire da oggi, 26 ottobre.
Questi i soggetti che hanno operato nella fase di emergenza e che sono stati premiati con un attestato di benemerenza ed una piccola opera d’arte dal titolo “radici al cielo” ideato dall’architetto Roberto Conte di Borgo Valsugana realizzato utilizzando una radice raccolta dall’autore a Arte Sella dopo gli schianti.
Corpo permanente Vigili del Fuoco
Corpo Forestale
Federazione dei Vigili del Fuoco Volontari
Scuola provinciale cani da ricerca e catastrofe
Corpo nazionale Soccorso Alpino e Speleologico
Associazione Psicologi per i Popoli
Protezione Civile A.N.A. Trento
Croce Rossa Italiana Comitato provinciale Trento
Unità operativa Trentino Emergenza
Polizia di Stato
Comando provinciale dei Carabinieri
Comando provinciale Guardia di Finanza
Tavolo coordinamento ripristino rete sentieristica
Tavolo coordinamento fondo solidarietà
ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili
Coordinamento imprenditori
Dipartimento Protezione Civile
Dipartimento Agricoltura, Foreste e Difesa del suolo
Dipartimento Infrastrutture e Trasporti
UMST Grandi Opere e Ricostruzione
Consorzio dei Comuni Trentini
Comune di Dimaro/Folgarida 26