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Valdastico: ecco le condizioni poste dal Trentino

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La giunta nomina i propri rappresentanti al Comitato paritetico: Mauro Gilmozzi sarà affiancato dai dirigenti De Col e Scalet

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Trento – Saranno l’assessore provinciale alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi, il dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture e mobilità Raffaele De Col e il dirigente generale del Dipartimento Affari istituzionali e legislativi Fabio Scalet i rappresentanti della Provincia autonoma di Trento al tavolo paritetico, con lo Stato e la Regione Veneto, sulla Valdastico.

Ma la Giunta ha condiviso anche un mandato più politico i cui quattro punti fondamentali sono stati riassunti dal governatore Ugo Rossi. “Al ministro Delrio diremo che ci sediamo al tavolo – ha sottolineato Rossi – ma con le idee molto chiare e senza accettare aprioristicamente soluzioni già confezionate da altri”.

Il mandato politico, come ha spiegato il presidente Rossi, si riassume in quattro punti fondamentali. “Sono – ha detto il governatore – gli stessi punti che abbiamo sempre dichiarato da quando lo Stato ci ha chiesto di aprire un procedimento di intesa, gli stessi espressi quando i comitati dei cittadini sono venuti in Consiglio provinciale, gli stessi punti che sono dentro le comunicazioni ufficiali fatte da sempre dalla Provincia al Governo, anche prima di questa legislatura”.

Punto primo. Priorità all’infrastruttura ferroviaria

La materia dovrà essere affrontata secondo una “logica di corridoio”, ovvero che tenga conto complessivamente di tutte le partite ancora aperte sul piano dei trasporti e dei collegamenti, comprese le tratte di accesso al Tunnel del Brennero, in particolare le circonvallazioni ferroviarie di Trento e Rovereto che per noi sono sempre state e rimangono prioritarie.

Secondo

Dovrà esserci l’assoluto rispetto delle procedure e delle prerogative dell’Autonomia, che prevedono la necessità di arrivare ad un’intesa, senza imposizioni, ma anche che qualsiasi decisione passi dall’adeguamento del Piano Urbanistico Provinciale, che si fa con una legge approvata dal Consiglio provinciale. Sedersi ad un tavolo, in altre parole, non significa bypassare alcunché.

Terzo

Ci si siede al tavolo di confronto con l’impegno di analizzare tutti gli studi in possesso della Provincia, ma anche quelli ulteriori che si vorranno fare, in materia di flussi di traffico e impatto. Studi che a nostro parere mostrano come questa opera sia in contraddizione con il quadro complessivo della mobilità.

Quarto

Eventuali ipotesi alternative, che ad oggi non esistono ma che la Regione Veneto o il Governo potrebbero rappresentare, dovranno essere valutate secondo la citata “logica di corridoio”, in termini complessivi quindi, comprendendo anche aspetti come l’elettrificazione della ferrovia della Valsugana, l’individuazione di tracciati stradali che non prevedano ulteriori carichi di traffico sulla Valsugana e la zona dei laghi di Levico e Caldonazzo, lo stop alla costruzione della strada a pedaggio della Valsugana da parte del Veneto e la limitazione del traffico pesante in Valsugana.

“Vogliamo – ha ribadito il governatore Ugo Rossi – valutare le ipotesi in termini di saldo attivo o negativo per il nostro territorio e la nostra comunità”. “L’intesa – ha aggiunto l’assessore Gilmozzi – è un procedimento che deve avere un’apertura, un metodo, obiettivi, contenuti e una conclusione. Di questo si tratta”.
I punti sopra richiamati saranno formalizzati con apposita comunicazione al Governo nei prossimi giorni.

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