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Covid, a Trento la prima vaccinata è l’infermiera Ines Antoniani. Vaccinati anche i primi 40 operatori sanitari dell’Ulss Dolomiti

Covid Italia, 8.913 contagi e 305 morti: il bollettino . Vaccino covid Pfizer, ecco quante dosi per Italia e Germania

NordEst (Adnkronos) –  “Oggi è un punto di partenza, ma se siamo arrivati a questo giorno, dopo tanti lutti e momenti difficili, è stato grazie all’operato di tutti gli operatori sanitari trentini che hanno lavorato in prima linea e che oggi sono qui per testimoniare l’importanza della vaccinazione”. Lo ha affermato il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti.

“Passo dopo passo ce la faremo ad uscire da questa pandemia; oggi è una giornata di speranza”. Lo ha detto il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, sottolineando il carattere simbolico della “giornata di vaccinazione”, essendo vaccinati per primi un’infermiera ed una persona anziana, oltre ad un esperto scientifico.

Si registrano intanto altri 5 decessi in Trentino e 33 guariti. 60 nuovi positivi al molecolare e 112 all’antigenico. Confermati dal molecolare 26 già antigenici. I tamponi molecolari analizzati ieri sono stati 586, tutti nel Laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, mentre quelli rapidi notificati all’Azienda sono stati 487. Ne sono risultati 60 nuovi casi (per il molecolare) più altri 112 all’antigenico. I test di conferma tramite molecolare riguardano 26 casi fra quelli individuati nei giorni scorsi dai test rapidi).

Dei nuovi casi positivi, 4 sono bambini in tenera età (tra 0 e 2 anni) mentre gli over 70 sono 61; gli asintomatici sono 48 mentre i pauci sintomatici sono 83: come noto questi casi vengono seguiti a domicilio. In ospedale invece si trovano ricoverate 401 persone, di cui 45 in rianimazione. Questo per effetto delle dimissioni che in questi giorni di festività appaiono decisamente più ridotte rispetto ai nuovi ricoveri (7 le prime contro i 33 nuovi ricoveri avvenuti ieri).

I guariti invece sono 33, cifra che porta il totale a quota 18.287. Sul versante scuola, sono in corso gli approfondimenti relativi ad altri 15 casi positivi fra ragazzi in età scolare. Tornando ai decessi, nel rapporto si specifica che 4 sono avvenuti in ospedale. Si tratta di 3 uomini e di 2 donne. La vittima più giovane aveva 69 anni, quella più anziana 89.

Primi vaccini anche nel Bellunese

Vaccinati contro il Covid i primi 40 operatori sanitari dell’Ulss Dolomiti: tutto si è svolto con regolarità e con un po’ di emozione per un traguardo, e insieme una partenza, che fa guardare con speranza al futuro.

Le dosi di vaccino sono arrivate poco dopo le 11 a Belluno e Feltre. Sono state quindi preparate dai due team vaccinali composti da un medico e tre assistenti sanitarie/infermiere esperte in vaccinazioni ciascuno, secondo i criteri di allestimento definiti a livello internazionale e dettagliati dalla Farmacia ospedaliera.

Le vaccinazioni sono iniziate alle 12.00: a Belluno in modalità drive-in nella postazione allestita all’ospedale San Martino (area San Gervasio) e a Feltre nella sala convegni dell’ospedale. Le due location rispondono alle raccomandazioni nazionali e regionali relative allo svolgimento delle vaccinazioni in grandi spazi o all’aperto per ovvie ragioni di massima sicurezza covid dei vaccinandi e dei vaccinatori . La modalità drive-in è stata confermata alla luce degli eccellenti risultati nella campagna vaccinale estiva TBE e della campagna autunnale antinfluenzale e antipneumococco, e si presenta, anche per questo percorso vaccinale, particolarmente idonea in termini di sicurezza covid e di fluidità operativa.

I primi 40 operatori vaccinati, 20 a Belluno e 20 a Feltre, sono stati individuati dalle due direzioni mediche ospedaliere e dalle due direzioni di distretto su base volontaria. Si tratta di professionisti (medici, infermieri e OSS) afferenti a reparti o categorie direttamente coinvolte nell’assistenza a pazienti Covid (Rianimazione, Pneumologia, Malattie Infettive, Medicina, Geriatria, Ospedale di comunità, Pronto soccorso, Medicina di famiglia, USCA). Tutti i soggetti sono stati convocati a cadenza di 5 minuti dalle 12.00 in poi. Le vaccinazioni si sono concluse verso le 13.30.

Nelle ultime 24 ore sono decedute due persone covid positive: una donna di 82 anni nell’ospedale di comunità di Belluno, un uomo di 77 anni ricoverato in Rianimazione a Feltre.

I vaccini

Il primo vaccino ad aver ricevuto l’AIC (autorizzazione all’immissione in commercio), cioè l’approvazione delle Agenzie regolatorie EMA (per l’Europa) e AIFA (per l’Italia), è il vaccino messo a punto dalla Pfizer-BioNTech, noto anche con il nome Comirnaty o BNT162b2, e sarà questo vaccino a essere somministrato ai primi soggetti nella Fase I della campagna.

Seguirà l’approvazione e la distribuzione di altri vaccini studiati nel corso del 2020, tra questi in particolare è imminente il passaggio d’approvazione anche per il vaccino Moderna, seguito da Astra Zeneca, Curevac, Sanofi/GSK e Johnson&Johnson. Si tratta di vaccini con differenti caratteristiche e meccanismi d’azione, che tuttavia condividono un rigoroso percorso di sperimentazione.

Le differenze

Il vaccino Pfizer-BioNTech e il vaccino Moderna utilizzano il mRNA per “educare” il sistema immunitario a riconoscere e neutralizzare molecole specifiche (antigeni) del SARS-CoV-2, in particolare la proteina S. Il vaccino Astra Zeneca sfrutta invece informazione genetica contenuta su DNA a doppio filamento.

Un’ulteriore modalità di acquisizione della protezione immunitaria consiste nell’utilizzare un altro virus (in particolare l’Adenovirus, responsabile del comune raffreddore) come vettore stimolando la risposta immune da parte delle cellule umane, mimando l’infezione naturale attraverso un agente virale innocuo.

Il vaccino Pfizer-BioNTech, che sarà somministrato domani ai primi operatori sanitari, agisce attraverso il mRNA, ossia utilizza l’informazione genetica contenuta all’interno del genoma virale per stimolare l’azione del sistema immunitario contro il virus. Ciò avviene inserendo il mRNA all’interno di nanoparticelle lipidiche, che consentono di trasferirlo all’interno delle cellule umane in una forma impossibilitata a replicarsi (in quanto è solo una “copia” dell’informazione genetica del virus, quindi incapace di infettare) ma stimola in modo transitorio l’espressione della proteina S (spike), una delle 4 principali proteine strutturali del SARS-CoV-2 e principale bersaglio dei vaccini attualmente in studio contro il Covid-19.

La proteina S è responsabile dell’ancoraggio del SARS-CoV-2 alle cellule umane per consentire l’ingresso del virus nella cellula ospite attraverso il recettore ACE2, e la proteina codificata dall’mRNA contenuto nel vaccino è leggermente modificata rispetto alla sua forma naturale. Questo induce l’attivazione del sistema immunitario contro uno dei componenti chiave di struttura del virus, coinvolgendo sia la risposta anticorpale che la risposta cellulo-mediata, senza sviluppare infezione, e quindi malattia.

Si tratta quindi di un vaccino a particelle simil-virali, in cui nell’organismo umano viene introdotta una copia dell’informazione genetica dell’agente responsabile dell’infezione, incapace di permanere all’interno dell’organismo e degradato poco dopo la vaccinazione. Ciò che rimane all’organismo è la capacità di riconoscere in seguito la proteina S, producendo anticorpi per bloccarla e impedire il suo ingresso nelle cellule umane. Il vaccino è stato approvato per l’immissione in commercio in quanto sicuro ed efficace dopo un ciclo di 2 dosi somministrate per via intramuscolare a distanza di 21 giorni.

Controindicazioni

La sola controindicazione specifica alla somministrazione del vaccino è l’ipersensibilità nota al principio attivo o a uno degli eccipienti (es. anafilassi alla somministrazione della prima dose). È sempre necessario, come per gli altri vaccini, rimanere in prossimità dell’ambulatorio vaccinale per i 15 minuti successivi alla somministrazione per il monitoraggio.

La vaccinazione va rimandata in caso fosse presente uno stato febbrile acuto severo o un’infezione acuta, ma la presenza di sintomatologia lieve di tipo febbrile o da raffreddamento non comporta il rinvio, e per i soggetti in terapia anticoagulante o con disturbi della coagulazione verranno osservate le cautele del caso. Per la somministrazione in soggetti <16 anni, in gravidanza o durante l’allattamento sarà necessario attendere studi clinici più approfonditi.

Gli effetti collaterali che si possono più sviluppare dopo la somministrazione, come per altri vaccini, sono dolore in sede di iniezione, affaticamento, cefalea, mialgie, brivido, artralgie e febbre, solitamente di debole o moderata intensità e risolte entro pochi giorni dalla somministrazione del vaccino.

La conservazione

Il vaccino deve essere conservato in appositi freezer a temperature comprese tra i -60°C e i -80°C, e “scongelato” nelle dosi che verranno utilizzate entro poche ore (o pochi giorni, se conservate a temperatura di frigorifero). Per facilitare la distribuzione e l’utilizzo sul territorio i vaccini sono disposti all’interno di contenitori provvisti di ghiaccio secco e di un dispositivo per il monitoraggio della temperatura.

La protezione immunitaria si sviluppa dopo circa 7 giorni dalla somministrazione della seconda dose.

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