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Veneto, nuovo screening contro tumore all’utero: i casi caleranno anche di 5 volte rispetto al “vecchio” pap test

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Zaia: “Svolta scientifica e omaggio alle donne venete in occasione dell’8 marzo”

Papilloma-virus

Venezia  – La sanità veneta lancia una nuova battaglia preventiva per combattere l’insorgenza del tumore alla cervice dell’utero e, nell’ambito del tradizionale “pap test”, introduce la ricerca del Papilloma Virus (Virus HPV) come test di screening. Si parte ad aprile, ed in tre anni, una volta entrati a regìme, potrà diminuire anche di 5 volte l’insorgenza del male rispetto ai risultati dell’attuale “pap test”.

La novità, in grado di rivoluzionare l’approccio preventivo ad un cancro molto temuto dalle donne, è stata presentata oggi nella sala congressi dell’Ulss 7 a Conegliano, alla presenza del Presidente della Regione Luca Zaia, con l’illustrazione tecnica della Responsabile del Settore Igiene Pubblica e Prevenzione della Regione Francesca Russo e del Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 7 Sandro Cinquetti, Azienda pilota dell’iniziativa che ha testato il tutto, presenti, tra gli altri, il Direttore Generale dell’Ulss Gian Antonio Dei Tos, il Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss Floriano Zambon, il Coordinatore Regionale del Registro Tumori Paolo Dei Tos, rappresentanti della Lilt e dell’Ail.

“Le donne venete – ha detto Zaia – meritano questo e altro, perché da sempre la loro salute è per la Regione una priorità, come dimostra anche l’attivazione delle Breast Unit per il tumore alla mammella. Oggi diamo a questa iniziativa anche il significato di un affettuoso omaggio della sanità veneta alle nostre donne in occasione della festa dell’8 marzo”.

“Prevenzione diffusa al massimo, grandi professionalità e tecnologie all’avanguardia negli ospedali – ha aggiunto Zaia – sono il presente, ma anche il futuro, della nostra sanità, perché la grande alleanza tra questi tre elementi ci sta progressivamente portando verso l’obiettivo strategico di inizio legislatura: meno ospedalizzazione e meno sofferenze per i malati, più cure al massimo delle possibilità, lotta alle patologie prima che si manifestino. Oggi in questo senso viene fatto un passo avanti fondamentale”.

Lo screening con il test HPV verrà offerto alle donne fra 30 e 64 anni, come indica la scienza internazionale, “ma – ha tenuto a precisare Zaia – in Veneto potranno farlo tutte le donne per le quali è utile a prescindere dall’età”.

Le prestazioni saranno erogate con le stesse modalità del pap test tradizionale, ma la precisione del test HPV consentirà di diminuire da 14 a 9 gli episodi di screening nella vita di una donna, di allungare i tempi tra un esame e l’altro da 3 a 5 anni avendo una sicurezza maggiore, di diminuire da 13.000 a circa 8.000 l’anno la necessità di eseguire una colposcopia.

Una volta eseguito il prelievo, gli esami saranno effettuati in tre strutture specializzate: l’Anatomia Patologica di Treviso per le Ullss delle province di Treviso, Venezia e Belluno; dall’Anatomia Patologica dell’Ospedale di San Bonifacio (Ulss 20 Verona) per le province di Verona e Vicenza; dall’Immunologia e Diagnostica Molecolare Oncologica dell’ Istituto Oncologico Veneto di Padova per le province di Padova e Rovigo.

Da non dimenticare che in Veneto è attiva dal 2008 la campagna vaccinale anti Papilloma per tutte le ragazze dodicenni, che ha raggiunto una copertura dell’80%, e che dal 2014 l’offerta è stata estesa anche ai dodicenni maschi a partire dalla coorte nata nel 2004.

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