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Venezia, al via il processo a Turetta ricordando Giulia

Prima udienza per l’omicidio di Giulia, uccisa dall’ex fidanzato a novembre 2023. Ammessi come parti civili solo i familiari della studentessa. Via libera al giudizio immediato. Sentenza il 3 dicembre


 

NordEst – E’ iniziato lunedì 23 settembre davanti alla Corte d’Assise di Venezia il processo con giudizio immediato che vede sul banco degli imputati Filippo Turetta per il femminicidio della sua ex fidanzata,Giulia Cecchettin. Verdetto atteso entro il prossimo 3 dicembre.

Turetta interrogato a ottobre

I giudici hanno accolto l’accordo delle parti, ossia l’acquisizione di tutto il fascicolo del pubblico ministero e la richiesta di esame, chiesto dall’imputato dando – così – il consenso di fatto al giudizio immediato per Turetta. Prossima udienza in calendario l’interrogatorio dello studente ventiduenne detenuto nel carcere di Verona. Per l’esame dell’imputato fissate due date: 25 e 28 ottobre. Il 25 e 26 novembre è, invece, prevista la discussione delle parti, mentre il verdetto potrebbe essere pronunciato il 3 dicembre.

Solo i familiari ammessi come parti civili

Dopo un’attenta valutazione, i giudici hanno ammesso come parte civile solo i familiari di Giulia Cecchettin – il papà Gino, i fratelli Elena e Davide, lo zio Alessio e la nonna Carla Gatto – a carico del 22enne reo confesso della morte della giovane. Respinte le richieste di tutti gli altri: quattro associazioni di donne che contrastano la violenza di genere, l’associazione Penelope che si occupa di scomparsi e i Comuni di Vigonovo e Fossó, tra le province di Padova e Venezia, dove la studentessa viveva ed è stata uccisa. La Corte non ravvisa il danno diretto rispetto all’omicidio della giovane per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta. Su queste ultime, era arrivata anche l’opposizione dell’avvocato di Turetta. Nell’atto di richiesta di costituzione di Parte Civile Gino Cecchettin, rappresentato dal legale Stefano Tigani, ha indicato la cifra di circa un milione di euro come richiesta di risarcimento danni.

Il nodo della premeditazione

Il giovane, che non è presente in aula, è detenuto nel carcere di Verona. Il caso che l’ha visto coinvolto è diventato emblematico della violenza di genere, che tuttora scuote l’opinione pubblica Tutto cominciò nel novembre del 2023: prima la scomparsa dei due giovani, poi il delinearsi della verità con la morte di lei, la fuga di lui fino in Germania, la cattura, infine la confessione. Turetta è accusato di omicidio volontario, aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza e stalking, oltre che di occultamento di cadavere, reati per cui rischia l’ergastolo. Di fronte alla Corte l’accusa dovrà dimostrare soprattutto la premeditazione, negata dall’imputato.

Il procuratore: non è processo al femminicidio

“Il processo è sulle responsabilità personali. E’ un processo non al femminicidio, ma solo a Filippo Turetta”. Lo ha detto il procuratore di Venezia Bruno Cherchi, che ha assistito all’avvio della prima udienza.  “Non è uno studio sociologico – ha aggiunto il magistrato – ma un accertamento delle responsabilità. Sarebbe grave comunque se Turetta oggi non avesse partecipato all’udienza a causa della pressione mediatica”.

Legale Turetta: “Filippo? Quando sarà il momento”

“Mi attiverò affinché Turetta venga in aula per rispondere ai giudici. Certo, non oggi, ma quando sarà il momento”. Queste le parole del difensore del giovane, l’avvocato Giovanni Caruso, in una pausa dell’udienza. Il legale ha, così, chiarito il tema della presenza o meno del proprio assistito nel dibattimento per l’omicidio di Giulia Cecchettin. “Ho suggerito io di non presentarsi in udienza ma non è una mancanza di riguardo”, ha precisato l’avvocato ai giornalisti. Quanto alle frasi che, secondo fonti di stampa, Turetta avrebbe pronunciato oggi dal carcere sul processo, Caruso ha commentato: “Smentisco, sono affermazioni destituite di ogni fondamento”.

Gino Checchettin: “Fiducia nelle istituzioni”

Presente in aula il padre di Giulia, Gino Cecchettin, che è arrivato con una spilla con un’immagine della figlia e la scritta “Vola alto, siamo con te”. “Oggi non sto sicuramente bene – ha detto Cecchettin – non c’è giorno che non pensi alla mia Giulia e a tutto quello che ho perso con lei. Mi aspetto una pena giusta. Quello che deciderà la giuria per me va bene, ho piena fiducia”.

Redazione:
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